Il famoso filmato degli «oggetti dei presunti attentatori di Solvyev» con The Sims a Non è l’Arena

La trasmissione di Massimo Giletti ha mandato in onda le immagini che avevano fatto il giro del mondo e sulla cui veridicità ci sarebbero molti sospetti

Nella stessa giornata in cui Rete4 manda in onda l’intervista al ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, Massimo Giletti a Non è l’Arena manda in onda il video – che ha attirato su di sé molti sospetti relativamente alla sua veridicità – in cui si mostrano gli oggetti ritrovati nel covo dei presunti attentatori del giornalista e propagandista russo (spesso ospite nelle trasmissioni italiane) Vladimir Solovyev. Il dubbio principale sulla veridicità del piano e – di conseguenza – sulle immagini è dettato dal fatto che, tra i vari oggetti sequestrati ai presunti attentatori, ci sarebbero anche tre copie del famoso videogioco per pc The Sims. 



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Giletti e The Sims, le immagini degli oggetti dei presunti attentatori di Solovyev a Non è l’Arena

Il video era stato ampiamente contestato dal team di fact-checking di Bellingcat, che aveva riferito una sua ipotesi sul caso specifico: la presenza di questi videogiochi su una scena del crimine dove, solitamente, vengono mostrati solo elementi significativi per le indagini, poteva far pensare a un clamoroso svarione da parte di chi ha girato il video (qualcuno avrebbe voluto che si inserissero tra gli oggetti tre sim card e non tre videogiochi di The Sims, questa è la teoria di Bellingcat). In ogni caso, le immagini erano state al centro di diverse disamine da parte di team internazionali di fact-checking e sulla loro affidabilità non è stato possibile dire molto altro.



Tuttavia, Massimo Giletti – nel corso della trasmissione di ieri – ha mandato in onda le immagini fornite dallo stesso Solovyev, che era ospite della trasmissione e che ha avuto modo di parlare nuovamente del presunto attentato subito, attirandosi – tra le altre cose – le proteste di Alessandro Sallusti che lo ha definito «un buffone che vuole prendere in giro gli italiani, offende la nostra intelligenza».