Dopo un anno e quattro mesi ci sono ancora prime serate con la domanda «virus naturale o artificiale?»

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La questione sollevata nel corso della trasmissione di Massimo Giletti

Buona parte della trasmissione di Massimo Giletti, nella serata del 25 aprile, è stata accompagnata da un sottopancia con questo titolo: «Virus naturale o artificiale?». Una domanda che, posta a un anno e quattro mesi dalle prime evidenze di coronavirus in Cina, sembra davvero un assist perfetto ai complottisti di tutta Italia. Non sono bastate le numerose indagini scientifiche che hanno attestato l’origine naturale del virus e non è bastata nemmeno l’inchiesta dell’Oms, sebbene condotta con molti problemi di accesso ai dati. A marzo del 2021, infatti, Tedros Ghebreyesus – direttore dell’organizzazione mondiale della sanità – pur chiedendo un supplemento di indagine per ovviare alle lacune mostrate dalla Cina nell’accesso ai dati, ha ribadito: «L’indagine condotta ha concluso che una fuoriuscita da un laboratorio sia l’ipotesi meno probabile».



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Giletti e coronavirus artificiale, la trasmissione del 25 aprile

Il contesto internazionale e scientifico, da questo punto di vista, sembra essere abbastanza chiaro. Nonostante questo, una delle trasmissioni di informazione maggiormente seguite in Italia – Non è l’arena, appunto – ha dedicato gran parte della sua puntata (ripetiamo, un anno e quattro mesi dopo) a questa domanda. L’intervento in trasmissione di Lisa Iotti, una giornalista che ha chiesto esplicitamente delle spiegazioni chiare sull’origine del virus (indipendentemente dal fatto che fosse naturale o artificiale), ha offerto diversi spunti a Massimo Giletti.



Quest’ultimo ha chiuso uno spezzone di trasmissione dedicato alla domanda «Virus naturale o artificiale?» mostrando le immagini di uno stadio cinese pieno: «Però la Cina, tra le tante stranezze – ha detto il conduttore -, oggi è così. Noi stiamo ipotizzando se a giugno forse si può riempire uno stadio per gli europei al 25%. Sono immagini di qualche giorno fa, non di dieci anni fa».