La misura era colma già da tempo e quanto accaduto a Pescara conferma che un certo tipo di linguaggio, sdoganato e diffuso da Matteo Salvini, ha tana libera tutti togliendo da alcuni italiani qualsiasi inibizione. L’ultimo episodio è stato denunciato da Gianfranco Rotondi, vicepresidente dei deputati di Forza Italia. Il politico era impegnato in un’intervista nella cittadina abruzzese, quando un gruppetto di facinorosi sostenitori del leader della Lega è arrivato davanti a lui insultandolo. Lui e il giornalista sono stati costretti a fuggire in un bar per allertare le forze dell’ordine.
L’aggressione, per fortuna, non è stata fisica ma solamente verbale. Le parole d’odio lanciate contro Gianfranco Rotondi, però, sono l’emblema e la sintesi del clima esacerbato che si vive nel nostro Paese: «Traditore! Porco! Maiale! Non parlare male di Salvini». Questi i toni che hanno portato lo stesso vicepresidente dei deputati di Forza Italia a interrompere l’intervista e barricarsi in un bar. Da lì è poi partita la telefonata alle forze dell’ordine.
Cronache della terza repubblica:io e un giornalista siamo chiusi al caffè Berardo di Pescara in attesa del 113 perché alcuni fans di @matteosalvinimi ci hanno aggredito mentre realizzavamo un’intervista davanti al caffè
— Gianfranco Rotondi (@grotondi) August 2, 2019
Gianfranco Rotondi, intervistato poco dopo la sua denuncia social dall’AdnKronos, ha raccontato come sono andati i fatti di questo folle pomeriggio a Pescara: «Sono stato costretto a rifugiarmi in un bar. Era un’intervista video per un sito, quando due persone sui 30/35 anni si sono avvicinate a me e al giornalista urlandomi ‘traditore, maiale… parli male di Salvini. La mia era un’intervista politica. Per poco non mi mettevano le mani addosso… Ci siamo rifugiati nel Caffè Berardo».
E le responsabilità sembrano essere ben note, non tanto per l’esecuzione materiale del vile gesto, ma per il modus operandi che, negli ultimi giorni, è diventato insostenibile per un Paese che finge di essere civile. «Dopo quanto mi è accaduto penso sia il caso di porre la questione al Presidente della Repubblica – ha proseguito Gianfranco Rotondi all’AdnKronos – ma Matteo Salvini, questo ragazzo che se non si dà una calmata non so quanto va lontano, è il garante della sicurezza in questo Paese o è il principale agitatore? Non dico che è lui il responsabile di quanto accaduto, però si è creato un clima infame: e se il ministro dell’Interno si permette di usare espressioni come zingaraccia è facile che a qualcuno venga in mente che se non la pensi in un certo modo sei un traditore della patria».
(foto di copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI)