C’è orrore e sgomento in Germania, dove una coppia di genitori è stata condannata dal Tribunale di Friburgo a 12 anni di reclusione con l’ignobile accusa di abusi e pedofilia. Secondo i giudici, la madre Berrin Taha e il suo compagno Christian Lais, avrebbero violentato ripetutamente il loro bambino di 9 anni e lo avrebbero venduto a una rete di pedofili attraverso il dark web.
La terribile storia arriva dalla Germania Sud-Occidentale, precisamente dalla città di Staufen. Il caso – venuto alle cronache lo scorso gennaio con l’arresto di 8 persone legate a una rete internazionale di pedofili tra Germania, Francia, Austria e Svizzera – ha scosso la popolazione tedesca, ma poteva essere prevenuto. Il compagno della madre, Christian Lais, era un pedofilo acclarato e già condannato nel 2005 per molestie su una tredicenne. Nel nel 2014 venne riconosciuto «a rischio recidiva», e il tribunale aveva disposto a suo carico il «divieto di avvicinarsi a persone di età inferiore ai 18 anni». Evidentemente tutto ciò non è bastato.
Ma la più grande responsabilità – anche in base ai 6 mesi in più di condanna decisi dai giudici del Tribunale di Friburgo – l’ha avuta la madre, Berrin Taha che, oltre ad abusare insieme al compagno del proprio figlio e a riprendere con la videocamera questa violenza, aveva di fatto messo in vendita il piccolo attraverso annunci sul dark web, terreno fecondo per il commercio illegale.
Già oltre un anno fa, i servizi sociali tedeschi erano venuti a conoscenza del fatto che il bambino fosse finito nella rete di un gruppo di pedofili a livello internazionale, prendendosene carico per sole 4 settimane, quando la madre del piccolo riuscì a riottenere la custodia del figlio a condizione che il suo compagno non vivesse più sotto lo stesso tetto. Cosa che – a quanto pare – non è avvenuta e le violenze sessuali sul bambino sono proseguite anche dopo il finto allontanamento del patrigno.
(foto di copertina: Photo: Patrick Seeger/dpa )