Gentiloni “boccia” i Coronabond: «Al momento ipotesi irrealizzabile»

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E l'ex Premier "chiude" anche sulla riforma del Fondo Salva Stati (MES) auspicata dai Paesi del Sud Europa

Non ha dubbi il Commissario dell’Economia Paolo Gentiloni, il progetto di emettere titoli di stato “europei” per far fronte all’epidemia di Covid-19, richiesto soprattutto dai paesi del Sud Europa (Italia e Spagna in primis) e osteggiata da quelli del Nord,  è al momento irrealistica. Lo ha detto ai microfoni di Radio Capital nel corso del programma “Circo Massimo” e, malgrado la posizione di Gentiloni assomigli semplicemente a una descrizione attuale della realtà all’interno della Ue, verrà sicuramente interpretata da molti come una doccia fredda.



Per Gentiloni l’Europa ha già risposto in parte alla crisi, con l’acquisto di titoli di stato da parte della BCE, la sospensione del patto di stabilità e l’abrogazione momentanea della disciplina sugli aiuti di Stato.



Per la gestione dell’attuale crisi sono emerse, secondo il Commissario UE, visoni “figlie della crisi precedente” da parte dei singoli stati invocando il superamento dello stallo che si è venuto a creare volgendo lo sguardo alle nuove sfide. Quali? Per esempio contrasto alla disoccupazione su scala europea e Green New Deal, attività che possono essere finanziate tramite obbligazioni “europee”, mentre rimane irrealistica l’ipotesi di “Eurobond” per mutualizzare i debiti degli stati in difficoltà. Anche per l’utilizzo MES (il Meccanismo Europeo di Stabilità, fondo salva-stati dell’Unione) l’ex Premier vede improbabile un suo utilizzo privo di condizionalità. Al momento infatti la sua erogazione è ancorata a un insieme di riforme strutturali che devono essere seguite dai singoli Stati. Una modalità già ampiamente criticata da molti stati ed economisti nel corso dell’eventualità di una crisi economica-finanziaria e che oggi risulta completamente inadeguata nella gestione di una crisi che è innanzitutto sanitaria.

E il rilancio degli Stati  membri? Per Gentiloni la chiave  sta nell’aumentare e flessibilizzare il bilancio dell’Unione Europea e utilizzare maggiormente la Banca Europea per gli investimenti per cercare di orientarli verso la ripartenza.