La vera storia della gelataia che non serve Salvini e viene «licenziata»

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Una madre accusa il punto vendita in cui la figlia era in prova. Ma dall'attività smentiscono: «Se ne è andata via lei». E alla fine interviene anche il leader della Lega Nord

«Signor Matteo Salvini, sono la mamma della ragazza che serviva al banco della gelateria ****** di ***** a Milano in cui lei si è recato nel pomeriggio del 20 marzo. Desidero informarla che a seguito della telefonata che lei ha fatto alla titolare del negozio in quanto non soddisfatto del servizio da parte di mia figlia, mia figlia ha perso il lavoro». Ad accusare il leader della Lega Nord è la mamma di una giovane gelataia che si sarebbe rifiutata di servire il leader della Lega Nord.



Il post in questione ha suscitato un certo clamore e molti si sono lamentati con la gelateria in questione, che però respinge tutto.



Della storia ne parla per prima Affari Italiani. La gelateria ha smentito tutto:

“Buongiorno a tutti scusate ma le cose non sono andate proprio così. La ragazza (in prova) si è rifiutata di servire un cliente(Salvini in questo caso) per ideologie politiche. Dunque è stata ripresa dalla direzione. Il suo comportamento ci è stato riferito dai colleghi in turno con lei. Durante la discussione si è tolta la divisa e se n’è andata abbandonando il posto di lavoro a metà turno esclamando cose che poco hanno a che vedere con il lavoro. Nessuna chiamata di Salvini ma scherziamo!”



Sotto al post in questione è intervenuto anche Salvini (dal suo profilo privato).  «Cosa non si inventano alcune persone pur di fare polemica… Vado in questa gelateria da anni – spiega – perché il gelato è ottimo, e continuerò ad andarci. Per chi votano proprietari o lavoratori non mi interessa, a me interessa che il gelato sia buono. Figurarsi poi se telefono a qualcuno per lamentarmi, mai fatto! Buon lavoro, buon gelato e complimenti a chi ha aperto questa attività, portando vita in una zona non propriamente centrale di Milano».