Alcune chiavi sono state sottratte, ma non in Italia. A confermare quanto già confermato in precedenza è una fonte interna a Sogei, la società – controllata al 100% del Ministero dell’Economia e della Finanza – che si occupa della gestione dei sistemi informatici per generare e rilasciare le certificazione verdi. Il furto delle chiavi Green Pass, dunque, non dovrebbe riguardare il nostro Paese, ma un ente – omologo, almeno per funzioni, di Sogei – di un altro Paese Europeo.
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La conferma arriva dall’Agenzia Ansa che, citando una fonte interna alla Società Generale di Informatica, spiega come non si siano registrati attacchi informatici e violazioni dei sistemi di sicurezza all’interno della S.p.a. incaricata di gestire l’enorme quantità di dati contenuti che poi, una volta incrociati, richiedono l’utilizzo di un sistema di chiavi (una pubblica e l’altra privata) per generare quel famoso certificato verde che, poi, viene consegnato ai cittadini sotto forma di QR Code da mostrare a esercenti, datori di lavoro o per l’accesso a diverse attività (come scuola, ma anche sportive).
Il sistema crittografato (che prevede una doppia chiave di accesso), dunque, non è stato violato nel nostro Paese. Una notizia che, a cascata, dovrebbe evitare l’annullamento – paventato e già avvenuto questa mattina, subito dopo la diffusione delle prime notizie su questo attacco informatico – dei Green Pass per i cittadini italiani. I controlli, infatti, hanno evidenziato quali chiavi siano state oggetto di furto. E, seguendo una linea logica di principio, si è deciso (mentre si faranno tutti i controlli del caso) di annullare (anche se sarebbe meglio parlare di “sospensione) tutte quelle certificazioni verdi generate da uno di quei codici rubati. Anche quelle di chi si è regolarmente vaccinato. Nella speranza che le verifiche siano rapide per consentire a tutti gli aventi diritto di riottenere quel QR Code.