Gli standard di bellezza non sono un affare solo “umano”, ma anche ortofrutticolo. Secondo una recente ricerca, i canoni dell’Unione Europea comporterebbero uno spreco di oltre un terzo della frutta e verdura coltivata nell’Eurozona. La loro colpa? essere troppo brutti.
Lo spreco di cibo è stato accertato da una ricerca condotta dall’Università di Edinburgo. Secondo i dati emersi, la colpa sarebbe degli standard imposti dall’Ue e dei supermercati, che vogliono incontrare le aspettative dei clienti su «quale aspetto dovrebbero avere la frutta e la verdura». Il risultato sono circa 50 milioni di tonnellate di prodotti agricoli che vengono scartati ogni anno perché sono «troppo brutti per essere venduti». I canoni di “bellezza” di consumatori e catene di supermercati riguardano sopratutto forma e dimensioni dei prodotti ortofrutticoli che, se non soddisfano i criteri, vanno persi all’interno della catena distributiva, spesso «senza mai arrivare al supermercato e in alcuni casi senza nemmeno mai lasciare il campo dove sono stati prodotti».
«L’ammontare del cibo che viene buttato è scioccante, in un momento in cui un decimo della popolazione è costantemente sotto-alimentato» ha dichiarato uno dei ricercatori, il professor David Reay. Soltanto nel Regno Unito vengono scartate 4,5 milioni di tonnellate. Un’emergenza che era stata portata alla luce più volte, tanto che diverse catene hanno ampliato i loro scaffali per includere i prodotti “meno belli”. Sainsbury aveva addirittura lanciato una campagna pubblicitaria per incoraggiare l’acquisto di banane annerite – che sì, sono ancora buone da mangiare – e altri supermercati come Tesco, Waitrose, Sainsbury e Asda si sono impegnate nella promozione e vendita di prodotti freschi ma “deformi”.
Le cifre scandalose non sollevano polemiche solo per quanto riguarda lo scandalo del cibo, ma anche per l’impatto ambientale. Lasciando da parte questa quantità di frutta e verdure si sovraccaricai il pianeta di emissioni che si rivelano quindi inutili, pari a quelle che rilascerebbero 400.000 automobili. Cibo sprecato e sovraccarico inutile per un pianeta già fortemente segnato dal cambiamento climatico.
«Incoraggiare le persone ad essere meno schizzinosi riguardo a come dovrebbe apparire la frutta e la verdura potrebbe portare a una notevole riduzione degli sprechi – spiega Stephen Porter, un altro dei ricercatori., riducendo l’impatto sul clima e snellendo la catena di produzione e distribuzione del cibo».
(credits foto di copertina ANSA, PA018)