Francesca che ha stregato la Camera: «Nessun riferimento a Salvini, ma se hanno pensato a lui un motivo ci sarà»

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La studentessa aveva detto: «I valori democratici della nostra storia sembrano messi in discussione anche da chi sta al governo»

Francesca Moneta, 18 anni, è una normale studentessa di liceo. Il suo discorso di ieri alla Camera, che ha entusiasmato i presenti e ha strappato anche gli applausi del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del vicepremier Luigi Di Maio presenti a Montecitorio in occasione della cerimonia di commemorazione delle vittime del terrorismo e delle stragi, era diventato virale soprattutto per quella frase inserita in mezzo ai tre minuti di monologo: «A volte i valori democratici sembrano essere messi in discussione anche da chi ci governa».



Francesca Moneta spiega il suo discorso alla Camera

Oggi, il quotidiano Il Giorno ha intervistato la ragazza del liceo statale Virgilio di Milano, che ieri ha tenuto il suo discorso davanti alle principali istituzioni del Paese. In realtà non si è trattato di un vero e proprio contributo personale, ma di un discorso realizzato da tutta la sua classe, la V C del liceo. Come ha spiegato lei stessa al quotidiano che l’ha intervistata.

«Eravamo divisi in tre gruppi di studio – ha detto Francesca Moneta – e ognuno ha affrontato un argomento, approfondendo la storia di Fausto Tinelli, Lorenzo Iannucci e Sergio Ramelli. Le loro vicende, in particolare quelle di Fausto e Iaio, uccisi a poca distanza da casa mia, mi hanno colpito molto».



Francesca Moneta e il riferimento a Salvini

La parte più applaudita del discorso che la classe aveva preparato e che Francesca Moneta ha letto è stata interpretata come un riferimento a Salvini. L’alunna ci ha tenuto a precisare che non c’era alcun riferimento personale. Tuttavia: «Se qualcuno ha pensato che quella frase, non rivolta ad alcuno in particolare, ha pensato che fosse rivolta a Salvini un motivo di sicuro c’è. Salvini utilizza i social in un modo non del tutto giusto». Nessun riferimento militante, insomma, anche perché Francesca non vuole ancora dirsi di destra o di sinistra. Ma a buon intenditor bastano poche parole.

FOTO: ANSA/Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica