Avvenire si scusa per aver pubblicato la foto della bambina ucraina con fucile e lecca-lecca

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Il direttore è intervenuto con un articolo per motivare le sue scuse

Le immagini di una bambina ucraina sul ciglio di una porta, con in bocca una caramella e in braccio un fucile, hanno fatto il giro dei principali media nazionali e internazionali. In tanti – anche in Italia – animati dal desiderio di mostrare proprio ogni aspetto della guerra, anche quello più tragico, anche quello più propagandistico, hanno scelto di pubblicare quella foto che, in poco tempo, è diventata una sorta di simbolo della “resistenza ucraina”. E invece quell’immagine è profondamente sbagliata: per l’utilizzo che si fa di una minore, per il fatto che i bambini dovrebbero restare il più lontano possibile dalle armi, che questa immagine non dovrebbe essere additata in alcun modo come un modello positivo. Tra le testate che hanno pubblicato la fotografia, anche Avvenire che – oggi – ha deciso di scusarsi per questa sua scelta editoriale.



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Foto bambina con fucile, Avvenire si scusa

«Voglio scusarmi per aver pubblicato a pagina 7 della nostra edizione domenicale (del 13 marzo, ndr) cartacea e digitale una foto con un titolo e una didascalia profondamente sbagliati. La foto ritrae una bimba ucraina di nove anni che mangia un dolcetto e imbraccia un fucile» – sono queste le parole utilizzate dal direttore di Avvenire, Marco Tarquinio per scusarsi con i suoi lettori in seguito alla pubblicazione della fotografia.



Il direttore ha spiegato di essersi accorto della pubblicazione quando ormai era troppo tardi, con l’edizione di Avvenire ormai andata in stampa e l’edizione in formato digitale già inviata agli abbonati. Non avrebbe avuto senso, stando alle parole del giornalista, eliminare la foto dalla copia digitale, per onestà nei confronti dei lettori: molto meglio assumersi le proprie responsabilità. E le responsabilità partono sin dal criticare l’autore di quello scatto, il padre della bambina che ha ammesso di aver costruito ad arte la foto, utilizzando un fucile scarico, con l’intenzione di proporre una immagine iconica con cui animare la resistenza ucraina.

«Mi scuso con ogni bambina e ogni bambino usati e abusati nella logica della guerra, addirittura dal proprio papà e persino con le migliori intenzioni – ha scritto il direttore di Avvenire -. Quella fotografia di bimba dice ed evoca tutto questo male, e gli dà patina fuorviante e illusoria. Nessuna creatura lo merita. Queste pagine di ‘Avvenire’ continueranno a dirlo con dolore, indignazione e tutta la chiarezza necessaria».



Foto IPP/Albano Venturini – Rimini