Roma, i carri anti-migranti del carnevale di Formello

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Finti barconi e luoghi comuni come «Vogliamo Wi-Fi» e «No pago affitto»

La cosa che dovrebbe far più riflettere è il coinvolgimento dei bambini nel quadro fazioso e xenofobo andato in scena domenica pomeriggio a Formello, a pochi chilometri da Roma. Come da tradizione, l’ultima domenica di carnevale ha celebrato la festa – per lo più dedicata ai minori – attraverso la classica sfilata dei carri allegorici che ricordano una vecchia usanza fin dai tempi dell’impero romano. Solo che, seguendo l’onda anti-migranti che caratterizza la marea politica di questa fase storica, i più piccoli si sono ritrovati a essere protagonisti di una vicenda fatta di luoghi comuni e razzisti nei confronti di chi lascia il proprio Paese per fuggire dalla guerra.



Ed è così che Formello si è trasformata in un’allegoria vivente del clima di odio che imperversa in Italia. Tra i carri del carnevale, infatti, ne è comparso uno con tutti i crismi che possono essere ricondotti all’etichetta di ‘xenofobia’. Un barcone con a bordo bambini con il volto dipinto di marrone – in modo da scimmiottare i nordafricani che attraversano il Mediterraneo alla ricerca di una vita migliore – con riportate alcune dei motti della battaglia anti-migranti. Luoghi comuni, con citazione di alcune bufale smentite ma ormai entrate a far parte del gergo comune della dottrina populista e nazionalista, che vanno dal «Vogliamo Wi-Fi» al «Io no pago affitto», citando il brano satirico del rapper bello Figo.

Il sindaco di Formello non condanna il carro anti-migranti

Il finto barcone era condotto da una jeep con tanto di bandiere tricolore. Il sindaco di Formello, nonostante tutto, nega qualsiasi addebito e non condanna l’accaduto: «Non era neppure un carro vero – ha dichiarato Gianfilippo Santi a Repubblica -. Nessuno si è scandalizzato in piazza anzi tutti si sono divertiti. Chi solleva accuse di razzismo lo fa solo per attaccarmi politicamente perché dopo 25 anni ora c’è una giunta diversa non più  di sinistra. Io sono un sindaco centrista di una lista civica. o sono un cattolico praticante e qui da noi non ci sono problemi di discriminazione».



Ormai è tutto ‘goliardia’

Il sindaco di Formello, dunque, non condanna questa allegoria carnevalesca dal retrogusto – neanche troppo retro – xenofobo. Come detto, però, a preoccupare non è la fame dell’odio dei più grandi, ma l’aver coinvolto anche i più piccoli che vengono istigati a gesti come questi. Il tutto si giustifica, come ormai da tempo, dietro il termine ‘goliardia’. Una giustificazione che ha il sapore dello zuccherino per non ammettere neanche a se stessi di essere razzisti.

(foto di copertina: da profilo Twitter di Debora Attanasio)