La solitudine di Roberto Fico, sedotto e abbandonato dai vertici M5S

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Il Presidente della Camera non è stato difeso dopo gli attacchi di Salvini

La scena ricorda quella di Leonardo Bonucci, messo su uno sgabello in tribuna a guardare la propria Juventus giocare contro il Porto in Champions League. Ed è così che ora deve sentirsi Roberto Fico, zittito dal silenzio dei vertici del Movimento 5 Stelle dopo gli attacchi ricevuti in questi giorni dall’alleato di Governo Matteo Salvini. Sul tema delicato del mancato sbarco dei migranti a bordo della nave Diciotti, Luigi Di Maio sembra aver scelto da che parte stare, svilendo la figura del Presidente della Camera che non è stato degnato neanche di una minima difesa pubblica.



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Eppure Roberto Fico era stato l’emblema del nuovo che avanza (anzi, avanzava), di quella dismissione della Casta in favore di una politica più vicino ai cittadini tanto decantata dal Movimento 5 Stelle. I suoi viaggi in autobus per raggiungere Montecitorio sono stati il simbolo, cavalcato da Luigi Di Maio e da tutti gli altri esponenti grillini, di una nuovo modo di affrontare le istituzioni. Ma tutto è svanito come una bolla di sapone.

Fico solitudine, dai sedili dell’autobus allo sgabello a Montecitorio

Di Maio – e non solo – erano a conoscenza dell’estrazione «di sinistra» di Roberto Fico, quindi la sua posizione sui temi di accoglienza e immigrazione era ben nota. Ma ora, dopo aver criticato il modo di fare di Matteo Salvini – che aveva risposto piccato «Fico è un problema per il Movimento» – e la sua gestione del caso della nave Diciotti, il Presidente della Camera si trova messo in un angolo, indifeso. Secondo Il Messaggero, «l’unica stella polare è Sergio Mattarella» che sull’emergenza umanitaria è in piena sintonia con lui.



Fico solitudine, poca la solidarietà M5S dopo gli attacchi di Salvini

Dalla parte «gialla» del Governo, Fico è stato difeso solamente da Barbara Lezzi (Ministro del Sud), Giuseppe Brescia (Presidente della Commissione affari costituzionali). Entrambi hanno alzato la voce in difesa del collega di partito, così come Danilo Toninelli che – indirettamente – ha dimostrato di essere in linea con il pensiero del Presidente della Camera. Ma la fronda sparuta contrasta con il parere dei vertici M5S che, con il loro silenzio, hanno legittimato Matteo Salvini silenziando – di fatto – una delle figure più rappresentative della (passata) immagine del Movimento.

(foto di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)