Le fake news su Facebook e su altri social sono un vero e proprio problema per la democrazia in Italia. È questo il pensiero del governatore della Regione Toscana Enrico Rossi che, dopo la notizia della chiusura di 23 pagine vicine a Lega e Movimento 5 Stelle con l’accusa di diffondere bufale mirate a generare odio e consenso elettorale, ha chiesto un chiarimento a Matteo Salvini e Luigi Di Maio che, da par loro, rinnegano qualsiasi responsabilità.
«Sono state realizzate campagne d’odio attraverso queste fake news su Facebook è questo è un grave problema per la democrazia nel nostro Paese – ha detto Enrico Rossi a Giornalettismo -. Il tutto ha portato questi due partiti ad aumentare il consenso elettorale, spacciando per vere delle notizie completamente false. Coma facevano la Lega, il Movimento 5 Stelle, Matteo Salvini e Luigi Di Maio a non sapere nulla di tutto ciò? Era tutto a loro insaputa?». L’interrogativo del governatore della Regione Toscana potrebbe ricevere risposte con l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta perché quanto scoperto e bloccato da Facebook è molto più grave di quanto possa sembrare.
«C’è in gioco la democrazia e la libertà – attacca Enrico Rossi -. I social sono un mezzo di informazione potentissimo e occorre fare piena luce su quanto accaduto. La diffusione di fake news su Facebook ha anche fatto pendere l’asticella elettorale in direzione di Lega e Movimento 5 Stelle, che quindi da questa vicenda hanno guadagnato molta visibilità e voti». Il governatore toscano parla di una chiara alterazione della realtà fatta percepire agli utenti dei social e muove una critica al nostro Paese che non ha raccolto a pieno le direttive dell’Unione Europea su questa delicata tematica. E mentre il leader della Lega Matteo Salvini concorda con la chiusura delle pagine fatta da Facebook, attaccando però anche i giornali e le televisioni, Enrico Rossi non usa mezzi termini per definire la (non) presa di posizione del leader della Lega che, come al solito, «la butta in caciara».
Il potere dei social, a livello elettorale, è potentissimo e per spiegare quali riflessi riescano a produrre le pagine Facebook il governatore toscano racconta un fatto accaduto proprio a lui: «Qualche tempo fa ero a una cena elettorale con un amico-compagno operaio e abbiamo parlato dell’orientamento politico dei suoi colleghi. Mi ha detto che fino a qualche anno fa votavano tutti a sinistra. Ora, invece, due si sono mantenuti sulla stessa linea, tre non andranno a votare e cinque si sono spostati su Lega e Movimento 5 Stelle. Allora gli ho chiesto ‘Ma dove si informano?’ e lui ha risposto: ‘Da Facebook’». Ecco perché la diffusione delle fake news su Facebook assume dei contorni molto più marcati di quanto si possa pensare.
(foto di copertina: ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI)