Il Facebookdown ci ha permesso di scoprire come ci vede l’intelligenza artificiale

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Un'inversione di ruoli "alla matrix", dove i nostri occhi diventano come quelli del social

Ore di panico per Influencer,  e di sollievo per chi odia i messaggi vocali. I malfunzionamenti di Whatsapp, Instagram e Facebook di mercoledì 3 luglio sono durati diverse ore rendendo impossibile scaricare gli audio sull’app di messaggistica e visualizzare le immagini su tutte e tre le piattaforme. Il Facebookdown però in particolare ha permesso agli utenti più curiosi di spiare “dietro le quinte” del social, scoprendo come veniamo visti dall’Intelligenza Artificiale.



Il Facebookdown ci ha permesso di scoprire come ci vede l’intelligenza artificiale

Una sorta di scambio “alla matrix”: per qualche ora al posto delle immagini profilo o condivise su Facebook e Instagram, sono apparse delle parole. Si tratta dei tag, ovvero quelle etichette che identificano il contenuto dell’immagine. Approfittando del FacebookDown, gli occhi degli utenti sono diventati quelli dell’Intelligenza Artificiale che grazie al machine learning categorizza le immagini autonomamente. Ed è proprio come una successione di tag che veniamo visti dalla AI di Facebook, implementata dal 2017. Per semplificare al massimo l’influenza che ha un’intelligenza artificiale sulla vita virtuale all’interno di un social, è la stessa che vi riconosce in foto in cui non siete taggate, e che vi suggerisce le pubblicità in base alle vostre ricerche. Per la prima volta però abbiamo visto come ci vede questa intelligenza. «Una persona, Barba» è apparso al posto della foto profilo dell’utente Zack Whittaker che, scherzando su Twitter ammette: «a dir la verità è una descrizione azzeccata di me». Non è stato l’unico a cogliere dell’ironia: tra i tweet più piaciuti anche quello di Ruben Salvadori. La sua immagine profilo era un selfie di fronte all’ultima cena, ma per l’intelligenza artificiale c’erano solo 6 persone. «Lo strumento Ai di Facebook ha lasciato qualcuno fuori: si tratta o di me o di Giuda» ha scherzato.

 



Ci sono però degli aspetti un po’ più inquietanti: alcuni utenti sono infatti stati “descritti” dalla Ai esattamente con il loro nome. L’intelligenza artificiale non solo quindi ha riconosciuto il contenuto dell’immagine, ma l’ha saputa associare ad una persona specifica. L’identificazione quindi è massima. Il malfunzionamento ha permesso agli utenti di spiare e divertirsi, ma solleva ancora una volta una domanda su quante informazioni effettivamente condividiamo in rete, e quanto queste una entità virtuale riesca a conoscerci e ri-conoscerci, sia che il social funzioni, sia quando è vittima di un bug.

(credits immagine di copertina: Pixabay License)