Come gli estremisti di destra hanno sfruttato la nuova policy sulla privacy di Twitter per far bannare i loro nemici

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Twitter ha ammesso di aver sospeso per errore alcuni account di giornalisti e ricercatori antiestremisti per via della nuova politica; gli estremisti, come stanno sfruttando la cosa a loro favore?

Gli estremisti di destra su Twitter stanno sfruttando a loro vantaggio la nuova politica sulla privacy della piattaforma per schierarsi contro i ricercatori e giornalisti antiestremisti a cui Twitter ha segnalato – per errore – gli account e alcuni tweet.



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Gli estremisti su Twitter sfruttano a loro vantaggio la nuova policy

Lo scorso venerdì Twitter ha riconosciuto di aver erroneamente sospeso gli account di giornalisti e ricercatori antiestremisti – riporta Salon – e ciò è stato possibile per via della sua nuova politica sfruttata dagli estremisti. Con più esattezza, la piattaforma di social media ha scoperto la svista giovedì 4 dicembre e ha corretto gli errori e lanciato una revisione interna per garantire che la sua nuova regola venga usata come previsto. Ma di quale regola si tratta? Secondo la nuova policy di Twitter, se una foto o un video in cui sei ritratto viene twittato senza il tuo consenso, puoi richiederne la rimozione.



Questa regola ha fatto sì che venissero cancellati dei tweet e sospesi degli account appartenenti a personalità antiestremiste, come giornalisti e ricercatori. Quando un nazionalista bianco si è accorto di questa nuova funzionalità, ha ben pensato di diffondere la voce su Telegram, tentando di incoraggiare altre persone a trarre vantaggio insieme a lui da questa regola. Infatti, il simpatizzante nazista scrive: «A causa della nuova politica sulla privacy di Twitter, le cose ora inaspettatamente funzionano più a nostro favore in quanto possiamo abbattere le pagine Antifa più facilmente». E ha poi condiviso un elenco di circa 50 account Twitter di giornalisti anti-estremisti, esortando i suoi seguaci a segnalarli.

Secondo Twitter, questo ha determinato la segnalazione o la sospensione di profili o tweet di svariati giornalisti, come il caso di Gwen Snyder, una ricercatrice antifascista della Philadelphia, che non credeva che il suo tweet segnalato stesse infrangendo in qualche modo le regole.



Il social network troverà la quadra giusta tra una policy nata con lo scopo di salvaguardare le persone e gli estremisti di destra che stanno tentando di ribaltarla a loro vantaggio?