Emanuele Filiberto parla di governo giallorosso e dei «brogli referendari del 1946»

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Il nuovo post Facebook dell'erede di Casa Savoia

Nelle ultime settimane, Emanuele Filiberto ha preso più volte la parola per commentare le vicissitudini della politica italiana. E il suo commento non poteva mancare dopo l’accordo tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico che dovrebbe dare il via a un governo giallorosso. Colori che completano l’arcobaleno che si è alternato in Italia dal 1946, data in cui – secondo l’erede di Casa Savoia – ci sono stati i brogli referendari che hanno portato a una mistificazione del voto degli italiani sulla scelta tra Monarchia e Repubblica.



«Dopo i brogli referendari del 1946, governi balneari, ribaltoni e inciuci ‘responsabili’ di partito, pensavamo di averne viste di tutti i colori, invece ne mancava uno: il giallorosso – ha scritto su Facebook Emanuele Filiberto di Savoia -. Auguri a chi si sta sedendo al posto di comando, pur senza passare attraverso il voto degli Italiani». Un giudizio personale, ma l’attenzione va posta sul fatto che – a 73 anni di distanza – si torna a parlare di presunti brogli elettorali nel referendum che ha portato gli italiani a scegliere la Repubblica al posto della Monarchia.



Emanuele Filiberto, il governo giallorosso e i brogli del 1946

«Se l’Italia fosse un aereo, bisognerebbe consigliare i passeggeri di allacciarsi ben strette le cinture di sicurezza e di distribuire su larga scala medicinali contro la nausea. Tra capovolgimenti, frenate e acrobazie di ogni tipo, noi passeggeri abbiamo il voltastomaco. 65 governi in settant’anni: una media di 1,1 governi all’anno. Voi cosa ne pensate, può essere stabile la rotta della nostra Patria in mano a questi “piloti”?», ha proseguito Emanuele Filiberto.

Il p.s. sulla Gran Bretagna

Poi c’è anche un post scriptum sulla Gran Bretagna e della situazione Brexit: «Anche oggi dalla Gran Bretagna ci viene una grande lezione di stile, dignità e di rispetto tra Corona, Parlamento e partiti grazie a Elisabetta II. Perfino io che non ho conosciuto la Monarchia la rimpiango».



(foto di copertina: ANSA/CESARE ABBATE)