Fabio Fazio fa guadagnare la Rai?

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Con il confronto dei dati presenti sul sito di Rai Pubblicità abbiamo provato a calcolare l'introito di Rai Tre per le edizioni di sabato 19 e domenica 20 ottobre della trasmissione Che Tempo Che Fa per capire se ha ragione Luigi Gubitosi, ovvero che il conduttore ligure rappresenta una risorsa per l'azienda, oppure Brunetta. E...

Ma quanti sono i soldi che Fabio Fazio restituisce alla Rai con il suo «Che tempo che fa?». La polemica è nata quando Renato Brunetta, ospite della trasmissione lo scorso 13 ottobre, ha incalzato il conduttore Fabio Fazio sui contenuti del contratto rinnovato tra la società produttrice del programma, la Endemol, con la Rai, che prevede un compenso per il periodo 2014/2017 nei confronti del conduttore di Savona, di 5,4 milioni di euro.



GLI ATTACCHI DI BRUNETTA E BEPPE GRILLO – Parliamo quindi di 1,8 milioni di euro a stagione, con una certa diminuzione rispetto ai due milioni previsti dal precedente contratto. Fabio Fazio nell’occasione si è difeso appellandosi alla riservatezza impostagli dal suo accordo con la Rai. Tuttavia le parole dell’ex Ministro hanno fatto breccia nell’opinione pubblica ed in altri rappresentanti politici, con Beppe Grillo che dalle colonne del suo blog accusa Fazio, definendolo uno stuoino del Pdmenoelle al servizio di un’azienda, la Endemol, di proprietà al 33 per cento di Mediaset, aggiungendo che le perdite previste per il 2013 sono superiori a 400 milioni di euro. Il Semplice Portavoce ha dimenticato nella fattispecie che Mediaset ha ceduto la sua quota in Endemol nel 2012 al prezzo di 72 milioni di euro, ma certo resta la polemica sul costo della trasmissione.



LA DIFESA DI LUIGI GUBITOSI – Una polemica finita nei bar e nelle strade, ovvero gli unici luoghi in cui non dovrebbe neanche stare. Parliamo di piani industriali e di introiti per un’azienda, la Rai, che come osserva Beppe Grillo ha bisogno di utili. Lo stesso direttore Generale, Luigi Gubitosi, dichiarò a caldo che Fabio Fazio e Che tempo che fa rappresentano un valore aggiunto e che il loro programma non è un costo. Anzi. Queste le parole del dg, riprese da Il Salvagente: «Ci sono professionalità, come quella di Fazio ma anche altre, che sono un grande valore per la Rai e per i telespettatori. Fazio peraltro non è un costo per l’azienda, ma una fonte di profitto e garantisce un’informazione trasparente, seria e di altissima qualità».



CROZZA SALTATO PER COLPA DELLA POLITICA – Infine Gubitosi ha ringraziato Fazio per il modo che ha di condurre la trasmissione, garantendo pluralismo e «consentendo agli ospiti di esprimere la propria opinione, anche a chi si è voluto e si vuole presentare al pubblico con inutile aggressività». Il direttore Generale Rai è tornato sulla questione compensi ieri, nel corso di un’audizione della Commissione di Vigilanza, ma questa volta i toni sono stati tutt’altro che concilianti. Come ci spiega Paolo Festuccia sull’edizione odierna de La Stampa, l’intromissione della politica nelle discussioni legate al contratto che avrebbe legato la Rai e Maurizio Crozza hanno privato il servizio pubblico di un guadagno stimato di 4,5 milioni di euro. Ricordiamolo, stiamo parlando di un guadagno.

IL RISPARMIO REALE – Gubitosi ha ricordato che la Rai avrebbe investito 450 mila euro a puntata chiavi in mano, un po’ come accade per Che tempo che fa, consentendo non solo un abbassamento nel costo di produzione nell’ordine di due milioni di euro, ma avrebbe prodotto un margine operativo importante in termini di ricavi pubblicitari. L’intrattenimento su Raiuno costa 800.000 euro a puntata. Dieci serate a 450 mila euro avrebbe portato ad un risparmio di 3,5 milioni di euro. Il nome «Maurizio Crozza» avrebbe poi coinvolto i maggiori attori del mercato a livello pubblicitario, che si sarebbero inseriti nel prime time della rete ammiraglia della prima azienda radiotelevisiva italiana. Secondo le stime condotte dalla Rai Crozza sarebbe stato un affare.

LA TELEVISIONE COSTA – Non solo perché avrebbe ringiovanito il target di Rai1, avrebbe poi consentito all’azienda di ottenere un guadagno netto di 100.000 euro a puntata, considerando che l’intrattenimento di norma, continua una fonte di Viale Mazzini, non si ripaga con una puntata ma prevede un recupero nel corso della stagione, a differenza almeno di quanto avviene con Montalbano, la cui richiesta pubblicitaria è tale che si riesce a coprire il milione e mezzo di euro speso per la puntata. Perché, e questo molti lo ignorano, fare televisione costa e la Rai, in ottica di una politica industriale efficace, cerca in tutti i modi di monetizzare quello che ha, possibilmente nel tentativo di migliorare i conti.

LA RISERVATEZZA INDUSTRIALE DELLA RAI – Ad esempio, chi l’avrebbe mai detto che una puntata di Report costa 180.000 euro? E che il prezzo di Tale e Quale di Carlo Conti oscilla tra i 500.000 ed i 700.000 euro a puntata? Per questo non dovrebbero stupire questi numeri, eppure accade il contrario, grazie a specifiche interferenze che riguardano un’informazione sensibile. Si, perché la Rai di suo non diffonde i costi dei programmi. Lo ha confermato Michele Santoro la scorsa settimana nel corso del suo editoriale di apertura di Servizio Pubblico. Magari a Mediaset lo scoprono in tempo reale, ha spiegato il giornalista campano, ma per quanto riguarda la Rai, tutte le cifre sono top secret per motivi di riservatezza. O meglio, aggiungiamo noi, si tratta di un segreto industriale. Eppure come tutti i segreti, anche questi in genere hanno vita breve, per non dire brevissima.

10,4 MILIONI DI EURO L’ANNO – Torniamo a Che tempo che fa. La società di produzione del programma e la Rai sono legate da accordi triennali rinnovati ultimamente dai seguenti dg: Claudio Cappon, Lorenza Lei e Luigi Gubitosi. Su quest’ultimo ci sarebbe da dire visto che la sua scadenza originaria era prevista per il giugno 2014 mentre è già stato rinnovato. Quello che sappiamo è che il compenso di Fazio non è cambiato dalla gestione Cappon a quella Lei. Ce lo confermano il conduttore, che ha ricordato che da due milioni l’anno è passato a 1,8, ed il Giornale che nell’aprile 2011 scrisse che Che tempo che fa è costato alla Rai 10,4 milioni di euro per 65 puntate. Inoltre la Rai ha acquistato lo speciale Vieni via con me, condotto dallo stesso Fazio e da Roberto Saviano, costato altri 2,8 milioni di euro.

OPINIONI A CONFRONTO – Del tema parlammo apertamente all’epoca riportando la risposta del giornalista del Corriere della Sera ed oggi parlamentare del Pd Massimo Mucchetti, che smontò la tesi del Giornale spiegando che Che tempo che fa costa 64 centesimi per contattare 1000 ascoltatori, aggiungendo che per quello che ne sa lui Fabio Fazio ottiene con la pubblicità 17 milioni di euro. E per l’occasione riproponiamo la topica di Franco Bechis che nel 2010 venne ripreso da Loris Mazzetti, capostruttura Rai, che gli ricordò che quando si dice che Che tempo che fa guadagna otto milioni di euro non significa che la Rai va in perdita di tre milioni ma che non solo si coprono i 10 milioni dell’investimento ma se ne portano a casa altri otto. Ed anche nel mondo dell’imprenditoria, se un manager procura ad un’azienda un guadagno di otto milioni, ne porta a casa due come ringraziamento.

IL CALCOLO CON RAI PUBBLICITÀ – Nel mondo del lavoro funziona così, ma evidentemente non in Rai. Ma a questo punto abbiamo provato noi a quantificare quanto ha portato a casa Viale Mazzini da due puntate di Che tempo che fa, per capire se davvero esiste un guadagno per il cavallo o meno. Prima di tutto partiamo dai 10,4 milioni del costo del programma, che sembra siano destinati a diminuire a partire dal prossimo contratto, e dividiamolo per le 65 puntate della scorsa stagione. Emerge che mediamente, ogni puntata di Che tempo che fa costa alla Rai qualcosa come 160.000 euro. Meno di Report. E per aiutarci nel calcolo usiamo il listino pubblicitario diffuso in internet da Rai Pubblicità, già conosciuta come Sipra, e relativo al periodo autunnale, che va quindi dall’otto settembre al 4 gennaio 2014, includendo il periodo delle feste.

LE FASCE – Al termine di questo lasso di tempo saranno andate in onda 29 puntate di Che tempo che fa, partito il 5 ottobre ed interrotto per la pausa natalizia il 22 dicembre, considerando che la trasmissione non andrà in onda l’11 novembre, una domenica, ed il 21 dicembre, un sabato. La Rai ha pensato ad un posizionamento pubblicitario del programma, ritenuto uno dei cavalli di battaglia della terza rete anche per via del suo share, che viaggia intorno al 13 per cento, superiore di tre punti percentuali rispetto alla media della rete. I blocchi pubblicitari per la puntata del sabato, prevista tra le 20.10 e le 21.30, sono quattro, alle ore 20.25, 20.50, 21.15 e l’uscita alle 21.30, ovvero quando finisce il programma. La domenica questi sono addirittura cinque. Si tratta della fascia A delle 20.25, della fascia B delle 20.50, della fascia C delle 21.15 e delle due Che tempo che fa, delle 21.55 e delle 22.25.

Tariffe a spot tabellari fino a Natale

I PREZZI – Parliamo quindi di nove spazi pubblicitari riservati con costi differenti. Il sabato, ogni passaggio di 30 secondi realizzato entro il 30 novembre costa all’inserzionista 45.000 euro. Tale prezzo scende dall’1 al 14 novembre a 38 mila euro a passaggio. La domenica invece per la fascia A abbiamo un valore entro il 30 novembre di 49 mila euro, per la fascia B di 66.000 euro, per la fascia C di 88.000 euro mentre l’ultima, comprendente le tracce orarie più ritardate, valgono entrambe 72 mila euro. Dal primo al 14 dicembre invece avremo questa suddivisione: A: 42.000, B: 56.000, C: 75.000, resto: 65.000. Per le feste, invece, la A costerà 29.000 euro, la B 40.000, la C 54.000 e la D 50.000. Appare evidente che i numeri ci sono e sono parecchio importanti. E ripetiamolo, parliamo di tariffe per 30 secondi di spot.

Passaggi spot di Che tempo che fa previsti per l’edizione di domenica

IL CALCOLO – A questo punto facciamo i calcoli prendendo a riferimento le puntate di sabato 19 ottobre e di domenica 20, quella con ospite Diego Armando Maradona. Quest’ultima è una puntata molto particolare perché prima dell’ingresso del Pibe de Oro c’è stato uno stacco pubblicitario particolarmente lungo che ha inglobato i due previsti nella fascia priva di lettere. In totale, abbiamo registrato, aiutandoci anche con la puntata presente sul sito Rai.tv, che nella giornata di sabato ci sono stati, al netto dei bumper e delle reclame di trasmissioni Rai, otto minuti di pubblicità, pari a 16 spot. Domenica invece abbiamo registrato, sempre al netto dei bumper e delle reclame, 13 minuti e 10 secondi di pubblicità. Per arrotondare togliamo i dieci secondi finali ed abbiamo 13 minuti.

Passaggi spot di Che tempo che fa previsti per l’edizione del sabato

GLI SCONTI – Ora dividiamo gli spot per slot. Il discorso del sabato è semplice, visto che è tutto uguale. Facciamo una semplice moltiplicazione per 30 secondi ed abbiamo a che fare con una cifra monstre, a prezzo pieno, di 720.000 euro. In effetti è un po’ tanto. Parleremmo di una gallina dalle uova d’oro. Guardando bene le condizioni di vendita si scopre che la tariffa è interessata da uno sconto ripresa del 20 per cento. Nel contratto poi si parla di un ulteriore sconto del 15 per cento qualora l’azienda si avvalga dell’aiuto di una struttura idonea che operi in ambito della comunicazione. Se volessimo calcolare la tariffa con questi sconti, assolutamente presenti in ogni società editoriale, scopriremmo che il sabato la Rai ottiene da Che Tempo che fa qualcosa come 489.600 euro. Togliamo i 160.000 euro della puntata ed avremmo un guadagno di 329.600.

Listino tabellare Rai festività natalizie

ALTRI NUMERI – Questi sono dati numerici provenienti dalle tariffazioni previste dalla Rai. Per quanto riguarda la domenica, il conto è molto più complesso. La sezione A ha visto spot per la durata di due minuti. La sezione B di un minuto, la sezione C di 5 minuti così come l’ultima. Secondo il tariffario proposto dalla Rai la somma sarebbe quindi: 49.000 euro per quattro, 66.000 euro per due, 88.000 euro per 5 e 72.000 per cinque. Sommiamo il tutto e tiriamo via gli sconti già previsti da contratto, sommando il 20 per cento ed il 15 per l’uso di una struttura qualificata ed avremmo 776.840 euro. Togliamo i 160.000 del costo della trasmissione ed arriveremmo a 616.840 euro. Ripetiamo, si tratta di calcoli standard che non prendono in considerazione eventuali sconti a latere.

IL COSTO A TEMPO – E per i più scettici proponiamo una tabella in cui si presentano i calcoli pubblicitari a tempo, con la Rai che conferma che il valore 100 è dato dal costo per 30 secondi di pubblicità

Abbiamo provato a fare un pò di chiarezza in un ambito difficile come quello di un piano industriale di una televisione nazionale. Evidentemente i numeri diffusi sono ancora più piccoli di quanto non siano in realtà. Lo ha detto Michele Santoro. Per certe cose in Rai esiste il segreto. La trasparenza ci consente di proporre calcoli teorici basandoci su ciò che va in onda e su cosa propone ufficialmente la Rai. Ed a quanto pare Che tempo che fa è un ottimo affare. Potremmo anche dire che la presenza di Maradona ha spinto verso l’alto le quote degli inserzionisti ma la cifra sembra simile a quella che la Rai avrebbe ottenuto con Maurizio Crozza. Invece con l’intromissione dei soliti noti l’azienda, e tutti noi, ci ha perso più di un qualcosa. E non è giusto.