Le autorità hanno affermato che, in questo momento, non ci sono elementi per poter stabilire se quello che è successo nel Duomo di Milano a ridosso delle 13 del 12 agosto sia un atto ascrivibile al terrorismo. In realtà, si è trattato di una sorta di sequestro durato soltanto otto minuti, il tempo che ci hanno messo i funzionari di polizia a mediare con il giovane che aveva preso in ostaggio una guardia giurata all’interno dell’edificio simbolo della città meneghina.
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Origini egiziane, l’uomo aveva minacciato la guardia giurata con un coltello. In seguito all’intervento di altri agenti e – appunto – della polizia, si è convinto a farsi arrestare e a farsi portare in questura, dove al momento è sottoposto a fermo per rispondere alle domande degli inquirenti.
Prima di raggiungere il vigilante – che si trovava nei pressi dell’altare maggiore – a quanto pare, l’egiziano si sarebbe sottratto a un controllo all’ingresso. Poi, la minaccia con il coltello alla guardia giurata, costretta anche a inginocchiarsi. Infine, l’intervento della polizia che ha disarmato l’uomo in un momento di distrazione e lo ha portato con sé in questura.
Una vicenda che si è consumata in pochissimi minuti e che non manca di sollevare qualche interrogativo: come è stato possibile per l’uomo entrare nel Duomo armato di coltello? Per quale motivo, poi, avrebbe assalito una guardia giurata e con quali intenzioni? La polizia sta effettuando ulteriori approfondimenti sull’accaduto, per provare a escludere le piste al momento più improbabili (difficile una pianificazione di matrice terroristica, per una persona non organizzata e isolata) e indicare il movente del tentativo di sequestro.