Anna, 36 anni, morta in ospedale. L’ipotesi choc: «Nessuno ha capito che era incinta»

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La donna si era rivolta al pronto soccorso per dolori addominali. Era stata mandata a casa

Un grave errore medico potrebbe aver complicato le condizioni di Anna, donna di 36 anni morta pochi giorni fa all’ospedale Pellegrini di Napoli dopo essere stata mandata a casa dai sanitari e dopo aver tentato una seconda inutile corsa al pronto soccorso. La 36enne era incinta, ma nessuno se ne sarebbe accorto, emergerebbe da una prima fase dell’autosia sul corso della donna. I primi risultati dell’esame autoptico parlano di un feto in necrosi non riscontrato dai medici che potrebbe aver causato il decesso. Ne parla oggi il quotidiano Il Mattino di Napoli (articolo di Leandro Del Gaudio e di Ettore Mautone).



Napoli, la donna 36enne morta in ospedale, ipotesi aborto in necrosi

Anna non soffriva né per una colica renale, né per una lombosciatalgia, come si sospettava. La donna si era rivolta all’ospedale dopo aver accusato un risentimento addominale, un dolore alla schiena. In un primo momento le avevano prescritto una terapia con antidolorifici e antinfiammatori. Ma si trattava di una strada sbagliata, inutile. Come spiega Il Mattino, stando a quanto sta emergendo dall’autopsia, la donna portava in grembo un feto di almeno 30 settimane, con oltre sei mesi di vita, ed è stata stroncata da una probabile infezione interna, con il bimbo soffocato dal cordone ombelicale. L’ipotesi terribile di un aborto in necrosi emerge dalle prime fasi dell’esame autoptico, anche se i medici hanno 60 giorni di tempo per depositare le conclusioni in Procura.

Anna si era rivolta al Pellegrini per la prima volta il 15 gennaio per i dolori lancinanti e il suo caso era stato trattato in codice verde. Era stata visitata da due medici, poi dimessa, per una lombosciatalgia. Era poi tornata al pronto soccorso qualche giorno dopo, il 18 gennaio. Il decesso è avvenuto poco dopo il secondo ricovero. Ora i familiari della 36enne chiedono giustizia, di far chiarezza su ogni minimo aspetto. Ed evidenziano una mancanza di accertamento approfondito durante la prime visita in ospedale. Attualmente nell’inchiesta della Procura di Napoli risultano indagati due medici per omicidio colposo. «Sarebbe bastata un’ecografia e la ragazza di sarebbe potuta salvare attraverso un intervento chirurgico», sono le parole degli avvocati Angelo e Sergio Pisani. Il Mattino spiega che comunque restano ancora sul campo tutti gli interrogativi. La donna non avrebbe fatto cenno ai medici della gravidanza. Ma le parti in causa sostengono che sarebbe bastato tastare l’addome per verificare qualcosa di anomalo e sarebbe stato utile procedere con una radiografia.



(Immagine di copertina: l’ospedale Pellegrini di Napoli, da Google Street View)