Bloccata perché nera, la disavventura di Donisha nipote di Bob Marley

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La nipote del gigante del reggae aveva affittato un appartamento con alcune colleghe. Un vicino le ha segnalate alla polizia di Rialto per sospetta rapina

Fermati perché di colore. Tre artiste, tra cui Donisha Prendergast – la nipote più grande della leggenda del reggae Bob Marley – sono state trattenute dalla polizia a Rialto, in California, mentre lasciavano un appartamento Airbnb in un quartiere decisamente non popolato da afroamericani. Le autorità sono giunte sul posto sotto segnalazione di un vicino che ha allertato la polizia.



«Un individuo ha fatto una segnalazione razzista, con false accuse, al dipartimento di polizia di Rialto il 30 aprile. Vogliamo che sia ritenuto responsabile di tutto questo», ha detto l’avvocato Jasmine Rand, che insieme a Benjamin Crump rappresenta le tre donne.



Prendergast, attivista e artista, la cineasta Kelly Fyffe-Marshall e l’artista afrofuturista Komi-Oluwa Olafimihan aveano partecipato al Kaya Fest nella vicina San Bernardino e avevano soggiornato con Airbnb per due notti, insieme a un loro amico fotografo, di pelle chiara.

Il vicino ha chiamato la polizia parlando di una sospetta rapina. la colpa di Donisha e dei suoi amici, non aver salutato l’uomo mentre posavano le loro valigie nella loro auto. L’identità del vicino non è stata resa pubblica.



Dopo la segnalazione gli agenti, giunti sul posto, hanno posto in detenzione il gruppo di artisti per circa 45 minuti. Parlando ad una conferenza stampa di giovedì ad Harlem, Fyffe-Marshall ha raccontato dettagli incredibili. Gli artisti hanno mostrato agli agenti le loro prenotazioni Airbnb e i messaggi con l’host sull’app (che mostrava l’indirizzo della casa). Nonostante ciò non sono stati creduti per diversi minuti. Anche quando l’host di Airbnb ha chiamato e ha parlato con la polizia al telefono, la polizia ha dubitato sulla sua identità.

Il video pubblicato da Fyffe-Marshall su Instagram mostra un agente di polizia che parla con un collega riferendo di “tre persone di colore che rubano roba“.

«La parte segnalante non ha riconosciuto il veicolo o le persone come vicini di casa, o il proprietario della casa», riferisce una dichiarazione del dipartimento di polizia di Rialto .

Curiosa la posizione del proprietario della casa. Se i tre avessero salutato «non sarebbe accaduto nulla». Peccato però che il saluto, specialmente in questi casi, non è sinonimo di onestà o meno di una persona. «Non vogliamo vivere in un’America dove i neri sono costretti a sorridere ai bianchi per preservare le loro vite», ha spiegato, giustamente, il legale delle tre ragazze.