La corsa contro il tempo per non chiudere le discoteche (una mossa che potrebbe non far riaprire le scuole)

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Perché ci si ostina a tenerle aperte, nonostante siano veicolo di contagio?

Forse siamo preda anche noi di una narrazione che cerca di trovare a tutti i costi nelle discoteche aperte un capro espiatorio. Ma non è soltanto narrazione, se a supportarla ci sono anche i numeri: i nuovi ricoverati in rianimazione negli ultimi quindici giorni, hanno prevalentemente tra i 40 e i 60 anni; i nuovi contagiati hanno meno di 40 anni nella maggior parte dei casi. Significa che può esserci una relazione tra la vita sociale più attiva e l’ondata di nuovi contagi. Ed è per questo motivo che entrano nel mirino le discoteche, con le loro distanze ravvicinate e le difficoltà di tracciare le persone con cui si viene in contatto.



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Discoteche aperte e scuole chiuse: l’incubo che non deve succedere

La Basilicata e la Calabria, uniche regioni in Italia, hanno deciso di chiuderle. Ma si è trattato di una scelta arrivata soltanto negli ultimi giorni, dopo che il comitato tecnico-scientifico si era espresso per la chiusura (31 luglio), pur lasciando libera scelta alle regioni, e dopo che per 15 giorni i locali notturni sono stati in completa e totale attività. In altre regioni, invece, si è deciso solo per controlli e norme più stringenti che, tuttavia, non evitano completamente i rischi.



Ma vale la pena continuare a tenere aperte le discoteche con la consapevolezza che questa scelta potrebbe portare a un ritardo nella riapertura delle scuole? Vale la pena sacrificare l’istruzione dei ragazzi per far andare avanti uno dei tanti elementi che caratterizzano il settore dei divertimenti in Italia? Siamo al 16 di agosto e la riapertura delle scuole è fissata per il 14 settembre. C’è ancora un mese di tempo: sappiamo che una decisione presa oggi, in termini di contagio da coronavirus, fa vedere i suoi primi effetti dopo quindici giorni.

Discoteche aperte e scuole chiuse, c’è ancora tempo per scongiurare questo aspetto

Dunque, c’è ancora tempo per fare una scelta drastica e di buon senso. Se la chiusura delle discoteche farà diminuire anche solo del 20-25% le attuali cifre del contagio, allora sarà stato un passo in avanti verso la riapertura in sicurezza delle scuole. In caso contrario, potremo dire di aver sacrificato l’istruzione al profitto di mezza estate. Con la consapevolezza che la prima è una cosa che si porta avanti nel tempo e che non si recupera.