Che senso ha mandare in onda una ragazza che dice «se i miei nonni devono mori’, morissero»?

Categorie: Mass Media

Succede durante la trasmissione Diritto e Rovescio

Trappolone televisivo, schema che purtroppo si ripete spesso, soprattutto in quest’ultimo periodo quando la tv verità punta a misurare le reazioni della gente alle misure di contenimento che sono state messe in atto per evitare il contagio da coronavirus. Quello che ha fatto la trasmissione Diritto e Rovescio nella serata di ieri, in modo particolare, è un’operazione a cui si fa fatica a trovare un senso. Una inviata del programma che va in onda su Rete4 ha mostrato ad alcuni ragazzi, in uno dei quartieri della movida di Roma, alcuni video con i pareri degli scienziati sulle riaperture: le critiche del primario del Sacco Massimo Galli, quelle del docente di microbiologia all’Università di Padova Andrea Crisanti. Le reazioni dei ragazzi intervistati (accuratamente negative rispetto alle parole degli scienziati) sono state mandate in onda nel servizio lanciato alla fine della trasmissione.



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Diritto e Rovescio e la ragazza che dice: «Se i miei nonni devono mori’, che morissero»



In modo particolare, sta facendo discutere sui social network l’affermazione di una ragazza intervistata dalla giornalista di Diritto e Rovescio che ha affermato: «Quelli che muoiono di Covid quanti anni hanno? I giovani della mia età non muoiono di Covid, ma neanche mio padre che ha 50 anni muore di Covid. Muoiono le persone anziane. I nonni? Quello che dico io è che arrivati a un certo punto, anche se tengo molto ai miei nonni, se devono mori’, morissero».

La domanda è: a cosa serve mandare in onda una dichiarazione di questo tipo? Serve a mettere alla gogna la persona che ha pronunciato questa affermazione? O serve a dare la solita immagine di una generazione, la cosiddetta Gen Z, che è egoista, concentrata su se stessa e poco attenta a quanto succede nel mondo, soprattutto in una fase storica così complessa come questa che stiamo vivendo? O, peggio ancora (vista la modalità dell’intervista), a contrapporre il ragazzo in piazza allo scienziato che parla a ragion veduta? Sarebbe davvero rischioso, pericoloso e populista (da qualunque parte la si guardi) abbandonarsi a un atteggiamento del genere. Tuttavia, la televisione italiana dell’ultimo periodo non sembra andare particolarmente per il sottile. Con buona pace delle persone che, più o meno consapevolmente, cadono nel tranello pur di apparire davanti a una telecamera.