Di Maio a Otto e Mezzo: «Noi siamo l’argine alle idee strampalate della Lega»

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Il vicepremier chiude la campagna elettorale per le europee da Lilli Gruber

Fino alla fine. Mutuiamo un motto caro ai tifosi della Juventus per descrivere come il duello tra Lega e Movimento 5 Stelle in questa lunghissima e atipica campagna elettorale, arrivato a regalare insulti, offese e minacce fino all’ultimo minuti utile. Le ospitate televisive di Luigi Di Maio si sono concluse a Otto e Mezzo, su La7. Ospite di Lilli Gruber (e accompagnato anche dalla fidanzata Virginia Saba), il leader pentastellato ha ribadito le sue posizioni contro il Carroccio e Matteo Salvini. Ultime grida prima del triplice fischio del silenzio elettorale.



«Se c’è qualcuno che chiede i voti domenica per aprire la crisi lunedì lo deve dire sabato agli italiani – ha tuonato Luigi Di Maio dalla sedia di Otto e Mezzo -. Noi assicuriamo che il governo va avanti e siamo argine a una serie di cose strampalate, dalle armi alla famiglia. Come siamo argine anche al Pd sugli stipendi dei parlamentari e il finanziamento pubblico ai partiti». Insomma, più che un partito politico, il Movimento 5 Stelle, secondo il suo leader, è diventato un argine a tutto e tutti.

Di Maio lancia gli ultimi affondi a Salvini

Il suo ultimo attacco frontale non si infrange contro l’argine, ma prosegue e nel suo mirino ci sono sempre gli alleati di governo: «Io mi auguro che da lunedì i leghisti lavorino di più. Credo ci sia stato in queste settimane un atteggiamento, da parte della Lega, di accusa dei ministri 5 stelle ma loro non hanno seguito quei dossier come le infrastrutture- sostiene Di Maio -. Dicono che i cantieri sono bloccati e poi stanno a braccia conserte. Certo se a seguire il dossier infrastrutture c’era Siri». Una frase con puntini di sospensione che valgon più di mille parole.



Dibba torna, ma non per fargli la guerra

Il leader del Movimento 5 Stelle ha anche parlato del futuro di Alessandro Di Battista, spiegando che è difficile che qualcuno voglia spodestarlo dal suo ruolo di leader perché si tratta di un compito molto arduo, dispendioso e che mette a dura prova. Inoltre ha spiegato che non è sua intenzione modificare il vincolo dei due mandati, valido per chi si candida con i pentastellati.

 



(foto di copertina: da diretta La7, Otto e Mezzo)