Luigi Di Maio non è un nostalgico degli anni ’90. Il vicepremier pentastellato, in visita nella sua Pomigliano d’Arco, è tornato a parlare della «guerra dei rifiuti» e degli inceneritori che sta coinvolgendo le due anime della maggioranza, paragonando la volontà di portare avanti il progetto dei termovalorizzatori in Campania a una passione – neanche troppo nascosta – per il vintage, paragonandoli alle cabine telefoniche, praticamente sparite e non più utilizzate dagli italiani.
«Parlare di inceneritori oggi è come parlare della cabina telefonica con il telefono a gettoni – ha spiegato Di Maio da Pomigliano d’Arco, per la prima tappa del suo tour campano che oggi culminerà nella firma di un protocollo sulla Terra dei fuochi nella Prefettura di Caserta -. Qualcuno può essere ancora affascinato dal vintage, ma sempre vintage rimane». Quel qualcuno, chiaramente, è riferito al suo alleato di governo Matteo Salvini, che tra giovedì e venerdì scorso ha acceso il dibattito interno alla maggioranza parlando della necessità di aprire un termovalorizzatore in ogni provincia della Campania per porre degli argini all’emergenza rifiuti.
Per Luigi Di Maio, che segue la corrente principale di pensiero all’interno del Movimento 5 Stelle sul tema, gli inceneritori sono il passato, mentre per il presente e il futuro di Napoli e di tutta la Campania occorre trovare alternative meno vintage e più al passo con i tempi. «Dobbiamo investire sulla differenziata – ha detto il vicepremier grillino – perché si creano più posti di lavoro. Con la differenziata siamo al 50% e facendo una norma nella legge di bilancio in cui si dice che se produci meno immondizia paghi meno Tari vedrete che in pochi anni possiamo arrivare a percentuali in media Ue. Inoltre, per fare un inceneritore non ci vuole un giorno ma anni e anni. Negli stessi anni facciamo la differenziata e guardiamo al futuro invece di guardare al passato».
«I rifiuti ovunque nel mondo significano ricchezza, energia e acqua calda – ha spiegato Matteo Salvini a margine di un concerto di denuncia della violenza sulle donne, in piazza Città di Lombardia -. A Copenaghen inaugureranno un inceneritore con una pista da sci e una parete di arrampicata mentre altrove sono musei, se gestiti bene e controllati bene portano più salute e più economia e quindi sicuramente la Lombardia non torna indietro, anzi l’obiettivo e’ che anche altre regioni italiane vadano avanti. Non voglio un Paese che torna indietro».
Gli inceneritori sono vecchi e non utili, in sintesi. Parere che ha fatto stizzire la Lega – che già nei giorni scorsi ha cavalcato questa battaglia dopo le provocazioni fatte da Salvini – e che ha avuto una eco arrivata fino a Milano. Il governatore della regione Lombardia, Attilio Fontana, ha infatti minacciato di non smaltire più la spazzatura che arriva dal Sud Italia: «Se sostengono che questi rifiuti bruciati sono così pericolosi, non si capisce perché dovremmo accettarli noi. Tra l’altro, ormai i nostri impianti sono saturi. Se Di Maio pensa che i nostri impianti inquinano allora devo dire che non accetteremo più i rifiuti del Sud. Chiederemo allo Stato di modificare la norma che ce lo impone».
Nel corso della sua intervista a La Stampa, Fontana ha invitato il vicepremier grillino a visitare gli inceneritori della sua regione: «Sono impianti che azzerano l’inquinamento e riutilizzano la combustione dei rifiuti per l’energia elettrica. I 13 inceneritori della Lombardia non solo sono puliti ma anche assolutamente controllati, subiscono una cosa come 30 milioni di controlli all’anno da parte di Ispra. Come si fa a dire che non li si vuole al Sud dove il problema dello smaltimento rifiuti è endemico?»
(foto di copertina: ANSA/MASSIMO PERCOSSI)