Olimpiadi, Di Battista a CartaBianca paragona Malagò a Suburra

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L'ex deputato ne parla citando le Vele di Calatrava per i Mondiali di nuoto a Roma del 2009

Non è la prima che Alessandro Di Battista va in televisione, prende il bersaglio e la spara grossa. Anche ieri sera – martedì 25 giugno – l’ex deputato del Movimento 5 Stelle, ospite di Bianca Berlinguer, ha fatto accostamenti che già in passato gli sono costati una querela. Questa volta l’obiettivo è Giovanni Malagò (e non solo) dopo le polemiche delle ultime 48 ore sul successo di Milano-Cortina 2026 paragonato all’occasione persa per Roma 2024. L’attivista, scrittore e viaggiatore per reportage, però, non si è limitato solo a difendere l’operato del suo amato Movimento e di Virginia Raggi.



Ci troviamo alle fasi iniziali della sua intervista a CartaBianca – che fa da corollario alla presentazione del suo ultimi libro ‘Politicamente Scorretto’ edito da First Paper (Il Fatto Quotidiano) – e si parla delle Olimpiadi 2026. Alessandro di Battista giustifica quanto accaduto qualche anno prima con Roma 2024, prendendo (ovviamente, dato che anche lui ci mise la faccia e la voce) le difese della scelta del Movimento 5 Stelle e del sindaco Virginia Raggi. Poi, però, parte con alcune accuse che non hanno nulla di concreto, dato che fino a ora non c’è stata alcuna indagine in merito. Siamo intorno al minuto numero 23 dell’intervista che si può rivedere in streaming sul sito RaiPlay.

Di Battista e il paragone Malagò-Suburra

«Per quanto riguarda Malagò io non dimentico – dice Di Battista con lo sguardo da duro -, perché sono un cittadino romano, gli sprechi dei Mondiali di Nuoto del 2009. Ci sono delle vele, che si chiamano le Vele di Calatrava, costate oltre 400 milioni. Il Movimento si sta facendo il mazzo per tagliare il numero di parlamentari e ottenere un risparmio da 500 milioni di euro e 400 milioni sono stati buttati in un’opera scellerata, mai compiuta e diventata, ormai, solo il set cinematografico per far incontrare i personaggi di Suburra. E di Suburra si tratta».



Le Vele di Calatrava

Al netto delle cifre di cui parla Di Battista – errate, perché l’opera (incompiuta) è costata 200 milioni e non 400 – l’accusa e il paragone usato da lui contro Malagò – ma anche Montezemolo e Caltagirone – è molto grave, soprattutto perché non è corredata da dati e inchieste reali. Una cosa simile accadde con la Tav, quando lo stesso ex deputato andò in televisione dicendo che nei comitati a favore della Torino-Lione c’erano infiltrazioni della ‘ndrangheta. Parole che gli sono costate una querela.

Dibba passa nel torto anche quando ha ragione

D’altro canto, però, Di Battista ha ragione a mettere sull’attenti per quel che riguarda lo spreco di risorse: quelle Vele di Calatrava, che dovevano simboleggiare La Città dello Sport, sono una delle incompiute simbolo dell’Italia che non sa gestirsi. Come spesso capita, Alessandro Di Battista riesce a toccare i punti giusti per creare dibattito, ma si perde nel sensazionalismo che ha sì un gran riscontro in termini di «pancia della gente», ma si perde nella realtà.



(foto di copertina: da diretta CartaBianca, su Rai3)