Entrare in uno studio medico e traovare un cartello che riporta le seguenti parole: «Avviso ai pazienti. Ieri mia moglie alle 12.00 al parco Albanese (Bissuola) è stata aggredita da un negro che dopo averla sbattuta a terra ha cercato di rubarle il cellulare e la bicicletta. È stata salvata da un passante che si è messo a gridare».
Le parole, scritte su uno sfondo giallo, sono state affisse all’interno di uno studio dentistico di Mestre, vicino Venezia, e hanno immeditamente scatenato le polemiche da parte dei pazienti. Il cartello è stato segnalato ed è stato costretto a intervenire persino l’ordine dei Medici. In modo particolare, a suscitare le proteste, non è stato il resoconto dettagliato del fatto, quanto l’utilizzo della parola ‘negro’. Il cartello è stato anche postato sui social network, suscitando ampi dibattiti da parte di chi si concentrava sulla forma e di chi, invece, prestava importanza al racconto del dentista.
La storia è arrivata alle orecchie del presidente dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri della provincia di Venezia, Giovanni Leoni, che si è visto costretto a intervenire. «Come medici per giuramento curiamo e accogliamo le persone indipendentemente dal colore, razza e professione – spiega – . L’attività delinquenziale è da condannare in senso lato, a prescindere dal colore della pelle. Il termine negro può essere inteso come dispregiativo».
Ma il dentista che ha appeso il cartello nel suo studio si è difeso, sottolineando come la parola ‘negro’ non debba avere per forza di cose una connotazione razzista, dal momento che è presente all’interno dei vocabolari. «Nel Devoto Oli negro vuol dire appartenente alla razza negra – ha affermato in una dichiarazione raccolta dal Corriere della Sera – perché le cose vanno dette senza giri di parole. Se scrivevo straniero di colore poteva essere indiano, cinese, ma il mio intento non è colpire chiunque, ce l’ho con lui, con quello che ha aggredito mia moglie».