Chi non è contento del decreto dignità

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Confartigianato, Confindustria e perfino i tributaristi hanno sollevato diverse critiche

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto dignità proposto da Luigi Di Maio, vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali. La Lega ha sollevato alcune perplessità sull’aspetto del decreto che tocca di contratti di lavoro. Eppure il jobs act – con questo decreto – non viene del tutto smantellato. A dispetto degli slogan. La Lega non è la sola ad esprimere perplessità. Ci sono diverse associazioni di categoria che protestano in queste ultime ore.



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Vediamo, molto brevemente, cosa cambia con il decreto dignità

Delocalizzazioni – Le aziende che ricevono incentivi statali non potranno delocalizzare per 5 anni, pena una multa pari da due a quattro volte gli aiuti ricevuti se si trasloca fuori dall’Unione. Se invece si delocalizza dentro l’Ue ma fuori dal proprio Stato non verrà applicata la sanzione ma un rientro degli aiuti richiesti con un maggioramento del 5 per cento.
Le misure anti delocalizzazione si applicano con modalità specifiche anche a chi ha beneficiato dell’iperammortamento e del credito d’imposta per ricerca e sviluppo. Stabilita una salvaguardia occupazionale per le imprese che beneficiano di aiuti e che non potranno ridurre il personale oltre il 10% nei cinque anni succcessivi alla data del completamento dell’investimento incentivato.

Lavoro – Scoraggiare le aziende al ricorso ai contratti a tempo determinato, preferendo quelli senza limiti. I datori di lavoro che dovessero ricorrere a un’assunzione temporanea dovranno pagare l’1,9% di contributo addizionale (oggi è all’1,4%) sulla retribuzione imponibile a scopi previdenziali.
A ogni rinnovo scatterà un’addizionale supplementare dello 0,5% a carico esclusivamente del datore di lavoro, fondi destinati a finanziare le casse della Nuova assicurazione sociale per l’impiego (Naspi). I contratti a tempo determinato non potranno avere durata superiore ai 24 mesi e potranno essere rinnovati al massimo per 4 volte. Aumenta da 120 a 180 giorni il termine entro il quale sarà possibile l’impugnazione del contratto. Il decreto aumenta l’indennità da riconoscere al lavoratore ingiustamente licenziato portandola da un minimo di 4 ad un massimo di 24 mesi fino ad un minimo di 6 ad un massimo di 36 mesi. Per quanto riguarda lo staff leasing, è stabilito che al lavoratore da somministrare assunto a tempo determinato si dovrà applicare la disciplina del contratto di lavoro subordinato a tempo determinato.



Insegnanti – Una sentenza del Consiglio di Stato ha deciso, il 20 dicembre 2017, il no all’assunzione in ruolo di chi è in possesso di un diploma magistrale. Il decreto dignità fa slittare il termine di licenziamento di 120 giorni. Nel mentre Di Maio sta cercando una soluzione per questo settore.

Ludopatia – Divieto di pubblicità per giochi e scommesse con vincite in denaro: fatti i salvi i contratti in essere. Sono escluse dal divieto le lotterie nazionali a estrazione differita e i loghi sul gioco sicuro e responsabile dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.



Fisco –  Tregua sullo spesometro, ultimo adempimento a febbraio e poi scompare; disattivazione del redditometro e abolizione dello split payment per le partite Iva.

Chi critica il decreto dignità

(in copertina immagine ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)