Una pec. Tanto è bastato a Danilo Toninelli per liquidare il membro della commissione che ha stilato l’analisi costi-benefici della Tav. L’ingegnere in questione è Pierluigi Coppola: si trattava dell’unico esperto interno alla commissione che si era rifiutato di firmare il parere negativo sui costi dell’opera strategica che è in fase di costruzione in Val di Susa.
Secondo Danilo Toninelli e secondo il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Pierluigi Coppola avrebbe violato delle precise norme previste dal contratto stipulato al momento dell’avvio della commissione: «Ha violato la riservatezza rilasciando interviste non autorizzate e soprattutto resta un’ombra su di lui – si legge nella Pec inviata a Pierluigi Coppola dal ministero -, in merito al falso contro-dossier con numeri sballati sulla analisi costi-benefici Tav che gli è stato attribuito sulla stampa e di cui poi lui ha smentito la paternità. Senza però chiedere rettifica ai giornali che glielo attribuivano».
La notizia del licenziamento del commissario ‘pro-Tav’ è stata data in esclusiva dal Messaggero. Secondo l’ingegnere Pierluigi Coppola, contrariamente ai suoi colleghi della commissione analisi costi-benefici, la rete ferroviaria integrata sviluppa i commerci aumentare il Pil salvaguardando l’ambiente e la sicurezza.
Stando a quanto affermato dal ministero dell’Interno, tuttavia, le cause del licenziamento non sarebbero di tipo ideologico, ma esclusivamente derivate dal fatto che – nei giorni della riunione della commissione per l’analisi costi-benefici – ci sarebbero state delle fughe di notizie che sarebbero in qualche modo entrate in contrasto con quanto previsto dal contratto.