Covid nel calcio, l’immunologa Viola mette in guardia sui “falsi negativi”

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L'immunologa non crede che lo stop al calcio sia necessaria ma ribadisce l'importanza di seguire certe regole nel fare i tamponi

Si parla anche di Covid nel calcio a Otto e mezzo, il programma di La7 condotto da Lilli Gruber. Dopo il caso del Genoa, che lunedì ha annunciato ben 14 tesserati positivi al virus e oggi ha reso noto il numero 15 dopo il test del centrocampista Behrami, torna infatti l’allerta sulla situazione del campionato e crescono le richieste di cominciare a pensare a un eventuale stop al torneo.



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Il Covid nel calcio e il rischio di sospendere il campionato

E sul tema del Covid nel calcio l’immunologa Antonella Viola ha ammesso di non ritenere necessario lo stop della stagione dopo il caso Genoa, dicendosi non contraria al fatto che il campionato di calcio possa andare avanti. Secondo Viola infatti “i giocatori sono controllati e controllabili” e il vero problema nel caso sono i tamponi che, pur essendo secondo Viola lo strumento più affidabile contro il Covid, possono dare vita al “problema dei falsi negativi” ovvero di persone, e in questo caso giocatori, che nei primi giorni possono risultare negativi per poi invece rivelarsi positivi al virus.



Una teoria su cui sembra d’accordo anche Giovanni Floris, che sottolinea l’importanza di imparare a convivere con il Covid, pur ribadendo che “Dobbiamo però fare tutti molta attenzione”. Più cauto invece il patron di Eataly, Oscar Farinetti, che sul tema del Covid nel calcio pur non prendendo posizione sullo stop al campionato ammette che “finché non ci sarà un vaccino continuerò a vedere le partite in televisione”, bocciando di fatto le pressioni di chi vuole riaprire, almeno in parte, gli stadi al pubblico anche per aiutare economicamente i club.

Non solo Covid nel calcio

Nella trasmissione però non si parla solo del Covid nel calcio ma anche di come l’arrivo dell’influenza rischia di creare ulteriori problemi al sistema di contrasto al virus. E per l‘immunologa Viola è molto importante vaccinare le persone più fragili contro l’influenza perché “rispettando le norme di igiene e distanziamento”, secondo Viola, “l’influenza può essere ridotta” come è accaduto in Australia.