L’Ue fa debunking in tempo reale della disinformazione del Cremlino

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L'Unione europea lavora in maniera coordinata e in tempo reale sul fact checking della disinformazione del Cremlino

Da quando la Russia di Putin ha iniziato l’invasione dell’Ucraina, l’Unione europea ha preso una serie di provvedimenti in più ambiti. Tra le molte sanzioni – applicate anche da paesi al di fuori dell’Unione e da aziende private – e gli aiuti umanitari inviati, l’Europa sta operando una massiccia azione di contrasto alla disinformazione. Ad occuparsene, in primo luogo, è il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE): il ministero agisce monitorando costantemente le narrazioni e operando e pubblicando un fact checking in tempo reale (disponibile in diverse lingue). Tra le altre cose, è stata pubblicata anche una guida che spiega come far fronte alla disinformazione Cremlino.



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Come funziona l’azione dell’Unione Europe contro la disinformazione Cremlino

Quali sono le principali linee guida dell’azione intrapresa dalla Commissione europea per contrastare la disinformazione sul conflitto in Ucraina ad opera del governo russo? In primo luogo, le emittenti statali RT e Sputnik sono state oscurate in tutti i paesi dell’UE. L’azione di disinformazione del Cremlino è stata classificata come strumento operativo strettamente legato all’invasione dell’Ucraina, quindi oscurare due tra i principali canali di informazione governativa ha avuto lo scopo di chiudere il rubinetto dei media russi controllati dallo stato affinché le loro acque non giungano in Europa.



Ecco che, allora, tra le notizie che è fondamentale debunkerare ci sono quelle che avrebbero spinto la Russia ad attaccare l’Ucraina. La questione della Russia che vuole solo la denazificazione e la demilitarizzazione dell’Ucraina? I fatti sono – come sottolineano una serie di slide in merito pubblicate su Twitter dalla vice portavoce capo e direttrice della comunicazione politica della Commissione europea – che nel corso della Seconda guerra mondiale sono morti 8 milioni di ucraini: il risultato è che, da allora, la propaganda nazista e quella comunista sono vietate nel paese. Un paese che – scrive l’Ue – è governato con un sistema democratico.

L’altra scusa che è stata utilizzata per giustificare l’azione militare è stato il presunto genocidio della popolazione filorussa della zona del Donbass. A smentire la questione ci hanno pensato organizzazioni come l’Organizzazione delle Nazioni Unite o l’OCSE.

Il lavoro della East StratCom Task Force – facente parte del SEAE – si concentra sul debunking in tempo reale con una pagina Twitter aggiornata ora dopo ora. Per chi utilizza Twitter è senz’altro un account che vale la pena seguire per capire, nella giungla attuale – che confonde non poco tra informazione fatta male e disinformazione volutamente sfruttata – che cosa sta realmente succedendo in Ucraina.