Coronavirus a Roma Cinecittà, viaggio nella prima domenica di quarantena | Video

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Il decreto per contenere il contagio da coronavirus firmato dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, che ha fatto diventare tutta Italia zona rossa martedì scorso non fa sconti neppure a Roma e ho deciso di vedere come procede la vita nel quartiere di Cinecittà in questa prima domenica con le stringenti limitazioni, più precisamente nella zona di Subaugusta in cui c’è uno dei maggiori capolinea di bus Atac e il grandissimo Parco degli Aquedotti.



Partendo dalla mia abitazione alla volta del capolinea dei bus di Subaugusta ci sono 10’ di macchina, ma subito salta all’occhio come viale Palmiro Togliatti sia percorsa da almeno una decina di macchine e non c’è alcun mezzo dei vigili urbani a controllare la mia autocertificazione necessaria per gli spostamenti in tempo di coronavirus. Una volta sostato con la macchina davanti al centro commerciale di Cinecittà 2 mi sono recato a piedi verso il capolinea dei bus, con pochi amatori a correre lungo la strada e una signora che probabilmente andava a fare la spesa.

Frequento spesso questa zona e non mi è mai capitato di vedere zero persone in attesa del bus, pure essendo domenica mattina. Le limitazioni del coronavirus si fanno sentire, ma gli autisti dell’Atac sono pronti a lavorare anche oggi: “Ci sono sempre persone che prendono i mezzi, magari anche per portare le persone a lavoro e noi siamo in prima linea. Dovremmo stare tutti a casa, ma poi c’è gente che va in giro senza mascherina anche sul bus stanno tutti vicino e poi c’è chi porta fuori il cane e fa jogging”.



Il mio giro continua e mi affaccio davanti a “Meo Pinelli”, storico locale che aveva deciso di chiudere sin dal primo decreto che limitava l’orario di apertura alle 18 del pomeriggio. Non c’è un’anima e si le macchine si contano sulle dita di una mano ad un incrocio che solitamente è perennemente trafficato. Il coronavirus è riuscito nell’impresa di svuotare le strade di Roma. Probabilmente se la situazione non fosse così drammatica si potrebbe davvero pensare di approfittarne per riasfaltarle tutte, sicuramente quando tutto sarà finito ameremo anche sentire il suono del clacson del vicino di semaforo.

Paura Coronavirus, ma tutti al parco: “Un po’ d’aria fresca con gli accorgimenti fa bene”

roma parco coronavirus

Proseguo il tour puntando sul Parco degli Acquedotti, uno di quelli storici della Capitale per vedere se è stato effettivamente chiuso. Lo trovo aperto, ma non è questa l’ultima sorpresa: non sono mai stato un grande amatore della corsetta nel verde, ma ci sono davvero un numero discreto di persone che corrono e fanno esercizio fisico, ma anche solo delle coppie per una passeggiata all’aria fresca. È apprezzabile che tutti si mantengono a distanza, con anche una signora anziana che dice al marito: “Qui all’aperto non mi dare il braccio teniamo la distanza di un metro che se ci vedono ci sgridano”. Sono pochi quelli che hanno voglia di parlare, la gente corre da sola o col proprio cane quasi come a voler raggiungere sullo sfondo un barlume di normalità dopo una settimana surreale. Il coronavirus non spaventa le famiglie con tanti papà che portano i figli piccoli al parco, con passeggino e biciclette.



Ho fermato un amatore con il suo cane che mi racconta: “Qui solitamente c’è molta meno gente a quest’ora, ma con i giusti accorgimenti e seguendo le regole mantenendosi a distanza si può fare un po’ di sport e stare all’aria aperta. Sicuramente però siamo meno del solito”. L’immagine più bella forse è quella di una famiglia, con il papà che gioca con il figlio sullo scivolo e la mamma prepara la merenda. Questo non è propriamente in linea con le direttive del governo, ma c’è molta attenzione a non avvicinarsi agli estranei e anche le postazioni con le cyclette per sicurezza sono vuote. Roma si ferma per il coronavirus, ma sotto il sole ci sono raggi di speranza in uno dei suoi parchi più grandi.

Ah quasi dimenticavo, in tutto questo non si è vista l’ombra di un vigile urbano o di un carabiniere. Neppure lungo il ritorno a casa, con la mia autocertificazione che resta intonsa come quella dei tanti in macchina che magari vanno a pranzo dai parenti o a fare la spesa. Meglio la seconda opzione, altrimenti restate a casa.