C’è un’invasione nella Corea del Sud. È quella delle spy cam, telecamere nascoste all’interno dei bagni pubblici per filmare donne – talvolta anche uomini – nei loro momenti più intimi. «Il paese è in preda a quella che è stata descritta come un’epidemia di telecamere spia», spiega la giornalista londinese della Bcc Laura Bicker.
Un fenomeno che è diventato un vero e proprio allarme negli ultimi anni, con un’escalation preoccupante di video pubblicati sui più svariati siti in cui vengono immortalate alcune donne all’interno dei bagni pubblici di Seul e della altre città coreane. «Controlla che non ci sia una telecamera», è l’avviso più ricorrente che le donne si scambiano prima di entrare in una toilette. Non solo bagni pubblici. Il fenomeno spy cam in Corea del Sud, si è diffuso anche nei camerini dei negozi e negli spogliatoi di piscine e palestre. I casi, sono negli ultimi 12 mesi, sono stati superiori a 6mila e l’80% delle vittime sono donne.
La Bcc ha intervistato una donna che ha deciso di raccontare la sua storia di intimità violata, rimanendo però anonima. «Ero al ristorante e mi sono accorta che l’uomo che era con me stava registrando con il suo telefono da sotto il tavolo. Me ne sono accorta – ha raccontato la donna -, gli ho preso il cellulare e ho visto le mie immagini su una chat, commentate da altri uomini». Intimità violata, ma l’uomo non è stato mai condannato. «Nella stazione di polizia, quando sono andata a denunciare il fatto – ha proseguito la donna alla BCC – mi sentivo sola. Pensavo a cosa potesse pensare l’agente di polizia, se magari fosse stata colpa mia e dei miei vestiti. Sentivo che tutti gli uomini mi guardavano come se fossi un pezzo di carne o un oggetto sessuale».
In Corea del Sud il problema è sempre più diffuso, ma le autorità stanno lavorando affinché i siti che diffondono questi materiali siano chiusi. Come fatto con il portale Soranet, che aveva più di un milione di utenti e ospitava migliaia di video catturati – in bagni e spogliatoi – e condivisi senza il consenso delle donne. Alcune delle donne che apparse in quei video si sono tolte la vita.