L’uomo che sta cercando di rimuovere dal web il video dell’omicidio della figlia trasformandolo in un NFT

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Si tratta della vicenda di Andy Parker che sta cercando di onorare in questo modo la memoria della figlia

La storia è stata raccontata dal Washington Post. Si tratta di un misto tra l’estremo e disperato tentativo di un padre di offrire per sempre pace e giustizia a una figlia barbaramente uccisa e una sorta di illusione nelle nuove tecnologie che, tuttavia, potrebbe essere mal riposta. Andy Parker sta lottando: vuole trasformare il video virale della morte della figlia in un NFT, in modo tale da acquisirne la totalità dei diritti ed evitare che questo contenuto possa circolare liberamente sul web, come sta avvenendo anche ora, nonostante siano passati quasi 7 anni dal decesso.



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Copyright NFT, il tentativo per rimuoverlo dalla circolazione in rete

Alison Parker faceva parte di una troupe, mentre un suo collega – il 26 agosto 2015 – decide di sparare per vendicarsi dell’azienda per cui lavorava. Nella sparatoria, Alison Parker viene uccisa e le immagini di questo brutale omicidio sono state catturate dalle telecamere della troupe che stava lavorando. Il video è finito in rete e ha avuto milioni di visualizzazioni. Il padre di Alison Parker – che da anni si sta battendo contro la diffusione di contenuti violenti sui social network – ha deciso di portare avanti la battaglia per la rimozione di questo contenuto dalla rete con ogni mezzo. Fino a questo momento, ha utilizzato degli strumenti tradizionali: una sorta di task force di volontari che lo aiutano a segnalare la presenza di questi video sulle piattaforme Big Tech, per costringerle poi a rimuoverlo volta per volta.



Adesso, però, l’asticella si è alzata e Andy Parker ha intravisto nella tecnologia degli NFT una possibile soluzione per cercare di eliminare per sempre il video della morte della figlia dalla circolazione. Gli NFT – la sigla sta per Not Fungible Token – si basano sulla tecnologia blockchain: ogni passaggio di questo manufatto digitale diventa tracciabile e, di conseguenza, l’origine dello stesso risulta essere univocamente individuata. Dunque, si può attribuire con certezza la titolarità di un contenuto e stabilirne la proprietà.

Tuttavia, c’è un problema. Andy Parker non è titolare del copyright del video della morte della figlia. Lui si è limitato a creare un NFT da uno dei tanti duplicati che circolano in rete. Dunque, non è ancora chiaro se la giurisprudenza possa riconoscere nel suo NFT una fonte primaria su cui far valere il diritto di proprietà intellettuale. La mossa – che comunque rappresenta un tentativo estremo di sensibilizzare l’utenza a non far circolare i video violenti sui social network – potrebbe anche essere inutile. Ma sicuramente rappresenta un motivo di pressione per le grandi piattaforme social e di streaming affinché possano vigilare in maniera accurata sulla presenza di video che, come quello della morte di Alison Parker, non fanno altro che rinnovare un dolore enorme. Che dovrebbe restare privato.