Sono passati circa 400 giorni dal varo dell’esecutivo di Giuseppe Conte, quello basato sul contratto di governo tra Lega e Movimento 5 Stelle. Si può già legittimamente pretendere un bilancio degli impegni rispettati, per capire a che punto del viaggio siamo. Viste soprattutto le recenti turbolenze tra i due partiti della maggioranza e visto l’orizzonte della legislatura che sembra assottigliarsi sempre di più, possiamo già percepire una sorta di sensazione di attesa e di rincorsa all’approvazione dei provvedimenti più urgenti prima del rompete le righe di una eventuale crisi di governo.
Secondo una stima condotta da Reti (in collaborazione con Luiss Adoption Lab) e riportato dal Sole 24 Ore, al momento, il governo ha rispettato soltanto il 17% dei 265 impegni presi all’interno del contratto di governo. Il bilancio tra le due forze politiche predominanti è in pareggio: 13 provvedimenti voluti dalla Lega, 13 dal Movimento 5 Stelle e 17 punti condivisi.
Nonostante il pareggio nei numeri, tuttavia, la sostanza ci mostra una Lega in vantaggio rispetto al Movimento 5 Stelle. Innanzitutto, i provvedimenti più incisivi sono stati proprio quelli del Carroccio (con una sorta di cannibalizzazione dell’agenda di governo da parte della tematica dell’immigrazione) e anche laddove il provvedimento sia stato proposto dal Movimento 5 Stelle, la Lega è riuscita a inserire al suo interno le proprie priorità. Questo, dal punto di vista mediatico, ha determinato il ribaltamento delle forze in campo al quale si è assistito tra le elezioni del 4 marzo 2018 e le elezioni europee del 26 maggio 2019, con la Lega che ha superato la quota raggiunta dal M5S nella precedente tornata elettorale.
Ora, se la legislatura dovesse durare 5 anni, a questo ritmo, si andrebbe a toccare quasi il 100% delle proposte di governo stilate all’inizio dell’esperienza Lega-M5S. Ma è pur vero che, all’inizio, sono stati portati a termine i provvedimenti più sbrigativi, quelli su cui c’era maggiore convergenza tra le forze politiche. Inoltre, i litigi tra Lega e M5S difficilmente faranno durare a lungo la legislatura o, quantomeno, si assisterà alla formazione di una nuova maggioranza. Per questo, il dato di partenza è questo 17%. Che rischia di muoversi di poco.
FOTO: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI