L’accusa più grave che è stata mossa al presidente del Consiglio Giuseppe Conte al Consiglio Europeo arriva a causa della sua presunzione, con cui – a quanto pare – ha affrontato il negoziato. In un primo momento, il premier italiano aveva bloccato tutti i lavori, rifiutandosi di approvare una bozza di accordo che non prevedeva il collegamento alla soluzione dei migranti. La situazione, poi, si è sbloccata a notte fonda, quando è stata trovata una quadra – in verità molto debole – sulla gestione europea dell’emergenza immigrazione.
Nelle lunghe fasi dei negoziati, Giuseppe Conte avrebbe ribadito ai suoi colleghi di «essere un professore di legge», quasi a voler rimarcare – nonostante la scarsa esperienza ai tavoli di negoziazione politica – le sue competenze in campo legislativo. Una sorta di chiusura a riccio nei confronti di esponenti delle istituzioni più navigati. Tuttavia, queste sue parole sono state scambiate per spocchia e scarsa umiltà.
Giuseppe Conte, infatti, è stato rimproverato per questo motivo. Secondo quanto riportato sia da Politico, sia dal Guardian, i più arrabbiati sarebbero stati il premier svedese e quello bulgaro. Il primo, Stefan Loefven, avrebbe affermato che, nello scrivere i negoziati, avrebbe messo a disposizione la sua esperienza da saldatore. Il secondo, Boyko Borisov, ha rimarcato come in passato abbia fatto il pompiere e che, in ogni caso, il modo di condurre i negoziati da parte di Giuseppe Conte è stato completamente scorretto: il testo, infatti, non era un documento legislativo, quanto un accordo politico.
Insomma, a quanto pare, il presidente del Consiglio italiano ha fatto spazientire a più riprese i colleghi europei. Se a questo si aggiunge anche lo scontro con il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron che, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, avrebbe dato dell’ignorante al presidente del Consiglio Conte, si può tranquillamente affermare che la prima giornata del consiglio europeo del primo ministro italiano non sia stata propriamente trionfale.
(Credit Image: © Thierry Roge/Belga via ZUMA Press)