Come una pagina Facebook può insegnarci il rispetto per i commessi

Categorie: Social Network

La pagina Commesso perplesso raccoglie l'esperienza di migliaia di lavoratori che hanno a che fare tutti i giorni con il pubblico

Commesso Perplesso è una pagina nata appena un anno fa – l’11 aprile 2019 – che ha riunito una community di persone attorno a un concetto molto semplice: l’esperienza lavorativa del commesso. Tutto nasce dalla richiesta di condividere le cose assurde che i commessi dei negozi e dei supermercati si sentono dire quotidianamente nel loro lavoro. Da un gruppo creato anni fa un po’ per gioco è nata una pagina che ha lo scopo principale di far ridere ma che, in questo periodo particolare per i commessi, ci insegna anche a vestire i loro panni.



Le storie di commessi e clienti sulla pagina Commesso perplesso

La pagina Commesso perplesso conta quasi 108 mila iscritti e raccoglie le esperienze e gli aneddoti di tutti i venditori dei negozi che vivono esperienze assurde. Da chi deve dare retta a persone che non sanno cosa vogliono a chi deve sedare litigi passando anche per storie di gente che pretende da questa figura professionale ciò che non può avere, l’offerta narrativa è davvero ricchissima. Le storie raccontate sono recenti ma anche riprese da un ricco database accumulato nel tempo dal gestore della pagina, Fernando Cammilleri. L’intento di Commesso perplesso, però, non è solo quello di fare ridere. Con la crescita esponenziale degli iscritti in un solo anno il progetto si è fatto più articolato e, in particolar modo nel periodo dell’emergenza coronavirus, ha un intento pedagogico.

Storie che vogliono creare empatia con i commessi ai tempi del coronavirus e non

Commesso perplesso in questo periodo sta raccogliendo in una rubrica apposita le testimonianze di coloro che, durante il periodo di quarantena da coronavirus, continuano a lavorare perché impiegati nei supermercati e nei negozi considerati essenziali. In questo senso – e non solo nel periodo di crisi attuale – la pagina vuole sensibilizzare le persone che leggono, per la maggior parte clienti, facendo loro capire che i commessi vanno rispettati. Immedesimarsi in coloro che tutti i giorni ci aiutano e ci guidano negli acquisti alimentari, tecnologici, di abbigliamento e così via è fondamentale poiché il lavoro a contatto con il pubblico non è sempre semplice. A testimoniarlo, appunto, ci sono anche i racconti di coloro che vengono trattati con poco rispetto solo perché considerati “commessi” con un’accezione negativa del termine. O anche le storie della rubrica coronavirus, quelle che riportano l’esperienza di persone che non rispettano le distanze di sicurezza avvicinandosi più del dovuto ai cassieri, per esempio, che hanno paura di contagiarsi e di portare il contagio tra le pareti della propria casa. In questo momento il gruppo raccoglie le storie di persone che hanno bisogno di sfogarsi con l’intento di far riflettere gli altri su come vivono i commessi. La lezione per chi legge è preziosa: il rispetto è dovuto a tutti quanti poiché cliente e commesso sono sullo stesso livello e, in questo periodo di crisi, sulla stessa barca.