I giudici del riesame dicono che la ragazza della Circumvesuviana ha mentito

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Scarcerato anche il terzo protagonista della vicenda

È libero anche il terzo protagonista della vicenda della presunta violenza all’interno della Circumvesuviana di Napoli, all’altezza di San Giorgio a Cremano. Il tribunale del Riesame di Napoli ha annullato il provvedimento anche per il terzo ragazzo coinvolto dopo che, nei giorni scorsi, erano stati liberati anche i suoi due compagni. La decisione è stata presa in maniera congiunta dai collegi presieduti da Antonio Pepe, Vito Purcaro, Maria Vittoria Foschini e Sabrina Calabrese.



Circumvesuviana, le motivazioni dei giudici: «La ragazza ha mentito»

Ma l’elemento che farà più discutere sono le motivazioni che sono state scritte all’interno della decisione del giudice del tribunale del riesame. Secondo quest’ultimo, infatti, la scarcerazione dei tre protagonisti della vicenda è dovuta al fatto che non ci sarebbe stato stupro. La giustizia afferma che la ragazza non sarebbe stata violentata e che lei stessa avrebbe mentito nel racconto della vicenda. Le motivazioni che avrebbero spinto la ragazza a mentire, sempre secondo i giudici, sarebbero legate alla patologia di cui soffre. Fondamentali, per i giudici, le immagini della telecamera di videosorveglianza della Circumvesuviana: i fotogrammi non coinciderebbero con il racconto della ragazza di 25 anni.

Cosa scrivono i giudici sulla storia della Circumvesuviana

Secondo i giudici, infatti, queste immagini dimostrerebbero che la ragazza sarebbe stata «connotata da esteriore tranquillità» nel frangente in cui viene avvicinata dai tre ragazzi nella stazione della Circumvesuviana. Inoltre, sempre secondo i giudici, «l’atteggiamento della giovane, soprattutto nei momenti successivi a quella che è stata denunciata come un’efferata violenta sessuale di gruppo, appare a chiunque esamini il filmato in totale contrasto con un’esperienza di elevata traumaticità e drammaticità vissuta pochi attimi prima. Finendo per screditare anche l’eventualità di un dissenso sopravvenuto nel corso del rapporto».



Nei giorni scorsi, la vicenda aveva fatto molto rumore. Alla scarcerazione dei due ragazzi protagonisti dell’episodio, nei giorni scorsi, il padre della ragazza aveva detto di non credere nella giustizia e che, se fosse tornato indietro, avrebbe consigliato alla figlia di non denunciare. Era stata la stessa ragazza a scrivere una lettera toccante, in cui si lamentava del fatto di non essere creduta. Ora, il tribunale del Riesame ha condotto la vicenda proprio in questa direzione. Ora, bisogna attendere il completamento delle indagini per capire se i tre protagonisti della storia saranno indagati o se la loro posizione sarà archiviata.