La riqualificazione di un quartiere passa anche, e sopratutto, attraverso la cultura. Tranne quando si scontra con la burocrazia. È il caso del terzo municipio di Roma, uno dei pochi di sinistra nella capitale a maggioranza 5 stelle. L’assessore alla cultura Christian Raimo ha lanciato l’iniziativa “Grande come una città”, che prevede una serie di incontri e conversazioni il cui filo rosso è il tema della cittadinanza. La sua predecessora Roberta Capoccioni rischia però di mettere i bastoni tra le ruote.
L’ex presidente del mini-comune, la pentastellata Roberta Capoccioni, ha presentato un’interrogazione in tema sicurezza: la giunta Caudo infatti non avrebbe rispettato l’iter di permessi necessari per gestire le manifestazioni pubbliche. Il riferimento è ad una norma entrata in vigore dopo l’episodio di piazza San Carlo a Torino. «In quel caso c’erano delle particolarità specifiche, legate ad un dolo e infatti c’è un processo in corso» ribatte Christian Raimo, l’assessore per la Cultura nominato da Giovanni Caudo, spiegando che «generalizzarla in maniera così miope alla nostra iniziativa è un puro e semplice atto politico». Secondo l’attuale assessore, “Grande come una città” non è lontanamente paragonabile, e non può essere soggetta alle stesse regole. «Parliamo di incontri culturali, con i bambini che giocano in strada, le nonne che portano le torte e persone che parlano e ascoltano pacificamente – continua Raimo – Che faccio, metto i carabinieri a controllare i documenti di chi vuole venire a leggere il Maestro e Margherita? transenno la biblioteca?».
L’idea dietro all’iniziativa culturale è che le persone si riapproprino degli spazi pubblici, «che sono pochissimi in un quartiere così grande», riempiendoli di cultura e senso di comunità. Eventi che, si spera, possano crescere, ma che «per ora contano dai 400 ai 600 partecipanti». Numeri che dimostrano un interesse e un bisogno di cultura, non certo «che necessitano di transenne, polizia e controlli» sottolinea il giornalista. «Una signora è scesa portandosi la sedia da casa e mi ha detto ‘non avevo mai visto una cosa del genere così bella nel mio cortile’» continua Raimo «e le persone ci hanno aiutato a pulire prima e dopo l’incontro. Ora, non mi sembra sia paragonabile ad una piazza piena di tifosi, è un’altra cosa. Quella norma non c’entra niente con noi». La giunta ha fatto sapere che non c’è nessuna illegalità: «gli incontri si sono svolti secondo le regole, con le comunicazioni di rito alla polizia locale».
«Mi sembra quasi una forma di bullismo» dice spazientito Raimo. Il nuovo assessore ricorda come «sotto al municipio la grillina volesse far mettere «dei poppatoio per le mamme, con fasciato e tutto il resto, neanche stessimo Ion una puntata di Handmaid’s Tale» e poi dà il via a un «dibattito surreale» che invece vuole promuovere messaggi pacifici e culturali. E allora, perché Roberta Capoccioni vuole incaponirsi? «Non lo so, io voglio fare politica e lei eristica condominiale evidentemente». «Parlano tanto di legalità e di partecipazione, poi fanno un governo con dei fascisti e rompono le scatole a noi» dice Raimo, definendo queste polemiche «sterili e inutili». Sicuramente c’è del nervosismo, ma l’intenzione è quella che il polverone si dissolva in un nulla di fatto e non metta a rischio la serie di incontri previsti per i prossimi mesi. «A me dispiace – conclude Christian Raimo – e ribadisco, se cambia idea e vuole venire a uno dei nostri incontri è la benvenuta, facciamo pace e lavoriamo insieme, la politica in piazza non si fa così».
(Crediti immagine: foto postata su Facebook da Christian Raimo)