Finire su Gambero Rosso non è da tutti. Lui ci è riuscito, nonostante le sue ricette siano davvero improponibili. Eccolo qui, Chef Ruffi, il nuovo fenomeno della cucina che viaggia sui social network (e non solo). Accento del sud, guanti da lavapiatti e una cucina attrezzatissima in cui mescolare (o, come direbbe lui, «malgamare») gli ingredienti secondo tecniche improbabili. Il risultato? Piatti della tradizione italiana brutalmente torturati, indignazione della rete e conseguente grande successo.
In poco tempo, la sua pagina Facebook ha superato abbondantemente i 10mila like e procede inarrestabile verso nuove vette. Il suo video di una carbonara affogata nella panna ha superato il milione e 300mila visualizzazioni. Una spinta gli è stata data dall’ultima intervista che ha rilasciato alla Bibbia di tutti i ristoratori – Gambero Rosso, appunto -, che si è occupata della sua fenomenologia. Chef Ruffi ha mantenuto l’anonimato, ha dichiarato di non avere un suo ristorante ma di aver lavorato in diverse cucine e ha aggiunto che le critiche che gli vengono rivolte arrivano tutte «dagli invidiosi del suo successo».
Salvare uno chef – o presunto tale – che riesce a fare gli arancini di riso senza riso, ma con un ammasso informe di farina, ragù del giorno prima, glutammato e panna, del resto, è una operazione piuttosto complicata. Ma il successo è dalla sua parte. E allora dobbiamo pensare che Chef Ruffi si stia prendendo gioco di noi, stia portando alle estreme conseguenze i voyeurismo che ci contraddistingue quando si parla di cucina, stia mettendo in piedi una vera e propria satira sociale. Tra food blogger e chef stellati che riempiono le programmazioni televisive, la vera alternativa è l’«arruffone» (che ci sia questo gioco di parole all’origine del suo nome?) della lasagna (rigorosamente al ketchup), l’eretico dei ricettari tradizionali.
Nulla a che vedere, insomma, con i maldestri tentativi stranieri di imitare la nostra cucina (si veda il caso della carbonara francese che sollevò una rivolta popolare sui social network): Chef Ruffi è un progetto sistematico che propone una novità nel panorama della cucina via social (non quella da presentare a tavola, ovvio), un settore che, fino alla sua epifania, sembrava essere davvero saturo.
Chef Ruffi è il troll della cucina, senz’altro il più famoso in Italia. Le offese che vengono sistematicamente pubblicate sulla sua pagina Facebook (dal classico «datti all’ippica» a ben più pesanti volgarità) non fanno altro che alimentare la sua popolarità. Il successo è pronto in tavola.
(FOTO da pagina Facebook @chefruffi)