Crystal Ball: che fine ha fatto?

Categorie: Attualità

Lo storico marchio che ha accompagnato i bambini nati negli anni '80 rischia di sparire per via delle difficoltà economiche della proprietà che non ottiene credito dalle banche. Anche il crowdfunding organizzato da alcuni nostalgici non ha avuto gli effetti sperati ed ora serve qualcuno che versi 40.000 euro per l'acquisto di un'impacchettatrice

Se avete almeno trent’anni avete giocato una volta con Crystal Ball, la famosa pasta gommosa che si trasformava in una bolla colorata grazie all’aria soffiata in una cannuccia. E se avete giocato una volta con il Crystal Ball sicuramente ricorderete la gioia ed il divertimento di quei tempi. Gioia che con tutta probabilità non potrà essere vissuta dai bambini di oggi perché, a 75 anni dalla fondazione, il prodotto rischia di sparire per sempre. Colpa della crisi.



L’ALLARME DI GIOVANNI PASINI – Ad annunciarlo è stato Giovanni Pasini, attuale padre del famosissimo gioco e figlio di Claudio Pasini, chimico brianzolo che nel 1947 inventò la formula che venne brevettata e commercializzata a partire da quell’anno con il nome «Le bolle fatate». Il prodotto non ebbe successo e tornò nei negozi ventun’anni dopo, per l’esattezza nel 1968, con il nome con cui oggi è conosciuto in tutta Italia e non solo, ovvero «Crystal Ball». Da allora ad oggi sono stati venduti tra i 25 ed i 30 milioni di tubetti, tanto che oggi il prodotto è ancora presente nei negozi. I tubetti contenenti la pasta atossica multicolore, poi, sono disponibili anche per l’acquisto on-line direttamente sul sito dedicato creato del produttore, la Pasini Laboratorio Chimico.



SERVONO 40.000 EURO – Ma come abbiamo preannunciato, il sogno dopo 75 anni rischia di sparire. Giovanni Pasini ha dichiarato al Corriere della Sera che servono nuovi investimenti ma che le banche non riescono a venire incontro all’azienda che avrebbe bisogno di 40 mila euro per l’acquisto di una nuova macchina impacchettatrice utile per creare confezioni mono-tubetto del famoso gioco. E vista la difficoltà ad ottenere finanziamenti da parte degli istituti di credito, la società ha pensato di rivolgersi ai propri clienti o a quei bambini, oggi adulti, che sentono la nostalgia delle bolle colorate. Per questo ha pensato di rivolgersi ai suoi ex clienti, convinto di trovare qualcuno che potesse credere davvero la prodotto. E chi più di una persona che ci ha giocato per anni?



LA CAMPAGNA SUI SOCIAL – Il tam-tam è corso sui social network e se n’è discusso anche sulla pagina Facebook del prodotto, che vanta qualcosa come 516.000 mi piace. Gli utenti e gli appassionati, spinti dall’amore nei confronti del prodotto ritenuto magico hanno poi deciso di dare una mano all’azienda organizzando una serie di attività di crowdfunding con l’obiettivo di raccogliere i soldi necessari alla Pasini per andare avanti e compiere gli investimenti necessari per un ultimo rilancio del prodotto. Nacque anche una specifica campagna sulla piattaforma Eppela nella quale si spiegava che era opportuno capire fino a dove si poteva arrivare e se il mercato poteva essere pronto a riaccogliere su larga scala un prodotto entrato nella storia trent’anni fa ma che ora non vede molti clienti, a parte qualche richiesta sporadica.

IL NODO CROWDFUNDING – L’obiettivo, come detto, era quello di raccogliere 40.000 euro, cifra indicata da Pasini. All’inizio nella campagna di crowdfunding nella quale venne posto un limite minimo di 3.000 euro per un risultato finale di 3.566 euro, ottenuti da novantanove sostenitori. Una cifra superiore all’obiettivo iniziale di 3.000 euro, tanto che è stata celebrata sulla pagina Facebook di Crystal Ball. A seguito di una segnalazione, viene fatto notare che l’obiettivo era quello di raggiungere 3.000 euro per testare il mercato, tanto che sulla pagina di Eppela si dice che l’obiettivo è stato raggiunto a quota 3002 euro, visto che il limite minimo è di 3.000 euro. Ma sulla pagina di Crystal Ball il 17 dicembre appare un altro messaggio in cui si spiega che l’obiettivo non è stato raggiunto. Ad onor del vero è opportuno ricordare che l’annuncio del funerale è delle ore 13 mentre la felicità per l’obiettivo è delle 20.23. Successivamente viene lanciato un altro messaggio in cui si s’invitano i sostenitori a raggiungere quota 5.000, cosa non avvenuta con l’arrivo a 3.556 euro. Quindi l’obiettivo è stato raggiunto ma non si è arrivati al limite dei 5.000 euro auspicato sul muro di Facebook da Crystal Ball a seguito del successo ottenuto al raggiungimento del primo limite, tanto che sempre su Facebook veniva annunciato il funerale virtuale per il 20 dicembre che ripetiamo, è antecedente al raggiungimento di quota 3.002 euro, visto che, ribadiamo, risale al 17 dicembre, ore 13, quindi antecedente al messaggio di raggiungimento dell’obiettivo. Parlando dei pacchetti, questi erano sei ed andavano da un contributo di cinque Euro che avrebbe avuto in cambio un ringraziamento sulla pagina ufficiale Facebook e la pubblicazione di una foto in cui il donatore giocava con le bolle colorate fino ad arrivare al pacchetto di 179 euro, comprendente 84 tubetti da 20 grammi, un cannello e 42 tubetti edizione limitata vintage con 84 cannelli. Il prodotto che ha riscosso maggior successo è stato però il mini-kit della Befana, introdotto dopo tutti gli altri, che offriva a 14 euro quattro tubetti con due cannelli.

EDIT: Crystal Ball dalla sua pagina Facebook ci scrive: Vogliamo rettificare l’articolo apparso su Giornalettismo e Corriere: la campagna di crowdfunding su Eppela è andata a buon fine e oltre la cifra prestabilita: 120%. Il Corriere della Sera a sua volta aveva scritto:

Visti i numeri Pasini aveva sperato di raccogliere soci con una prima operazione di crowdfounding non andata a buon fine ma ha quantomeno richiamato un po’ di attenzione

L’ULTIMO SPIRAGLIO – Lo scorso 13 novembre il Corriere della Sera annunciò un flash-mob che si sarebbe tenuto a alla Stazione Centrale di Milano il cinque dicembre mentre dal giorno dopo sarebbe partita l’attività di crowdfunding che si sarebbe conclusa il 20 di quel mese. Ma come abbiamo detto, l’obiettivo non è stato raggiunto, tanto che nonostante l’impegno sui social e la nascita dell’hashtag #salviamocristalball, la cifra non è stata raggiunta. E dire che Pasini, ripreso da La Stampa, ci credeva davvero tanto che aveva detto che se l’impresa non fosse andata in porto, la produzione si sarebbe chiusa per sempre. Fortunatamente per gli amanti delle bolle colorate, il cinque febbraio c’è stato il rilancio con la richiesta d’aiuto da parte di una persona amante del prodotto.

«AI BAMBINI PIACEREBBE ANCORA» – Certo, qualcuno potrebbe obiettare che si tratta ormai di un gioco vetusto, non più destinato ai bambini di oggi. Ma Pasini contesta con forza questa lettura: «Eppure è un gioco che piace anche ai ragazzini di oggi. Basta mettere in mano i tubetti e le pipette ad un bambino e scateni un entusiasmo uguale a quello dei suoi coetanei di trent’anni fa». I bambini quindi potrebbero essere entusiasti del prodotto, ma qui si apre un altro problema. Ovvero come catturare la loro attenzione. Ed anche qui Pasini ritiene che esista una responsabilità precisa. Ovvero quella della televisione. Tra gli anni ’80 e ’90 grazie alla Giochi Preziosi, l’azienda ha potuto invadere le televisioni con uno spot entrato nella mente e nel cuore degli appassionati.

IL RUOLO DELLA TELEVISIONE – Il jingle «con crystal ball ci puoi giocare, e tante forme puoi inventare, con mille giochi divertenti, mille colori differenti, gioca un po’ con crystal ball», corredato dalla presenza di bambini felici che giocavano con le palle colorate consentì all’azienda di raggiungere vette non più toccate dopo l’uscita dal circuito degli spot televisivi. Tutta colpa in questo caso dei costi necessari per affrontare l’investimento. Con il risultato che nonostante oggi il prodotto sia ancora sul mercato, di fatto non lo compra nessuno, tanto da essere considerato un retaggio del passato. E dire che nel frattempo il prodotto è migliorato nei suoi aspetti definiti più critici rimanendo comunque fedele a sé stesso.

IL NODO DELLA SICUREZZA – Le palle continuano a non lasciare colore ed a non rompere nulla. Una nuova formula, come ricorda La Stampa, ha consentito la riduzione dell’odore di vernice che si sentiva al momento della distribuzione della pasta sulla cannuccia a sua volta dotata di una valvolina per ridurre il rischio di riflusso. Ma per il resto il gioco è rimasto esattamente come trent’anni fa. Quindi completamente sicuro dal punto di vista della salute. Come riporta il sito del prodotto, la pasta costitutiva è prodotta usando sostanze chimiche non tossiche. Nello specifico le sostanze volatili, pari al 29 per cento del composto, totalmente privo di benzene, sono componenti di varie essenze naturali, o sostanze d’uso comune in cosmetica e si disperdono rapidamente nell’atmosfera durante il soffiaggio

IL RICORDO DI CHI CI GIOCAVA – Inoltre la cannuccia è prodotta in materiale atossico mentre la valvola è stata installata per aumentare la sicurezza dei bambini. Bambini che, secondo Pasini, potrebbero tornare a divertirsi con il giocattolo come facevano i loro genitori. E chissà. Certo, a leggere le testimonianze raccolte in rete, il gioco è rimasto nel cuore di molti clienti. Tuttoanni80 ha dedicato un articolo al Crystal Ball ricordando i colori sul mercato, rosso, giallo, blu e verde, l’odore fortissimo delle bolle ed il fatto che nei primi secondi si attaccassero ovunque e come le mamme di allora temevano per l’incolumità dei divani e delle suppellettili di casa. E dai commenti si evince chiaramente che le bolle della famiglia Pasini hanno intrattenuto per davvero tutti i bambini d’Italia.

«GRAZIE SIGNOR CRYSTAL BALL» – C’è chi ricorda l’odore fortissimo come un qualcosa di nostalgico. Altri ipotizzano che dietro tale fragranza si potesse nascondere chissà cosa. Un’altra ricorda con tenerezza di come si divertiva a creare forme di animali con le bolle di diverso colore ma anche di quanto era brutto vederli sgonfiarsi poco per volta. Un’altra invece l’ha acquistato nella sua nuova versione lamentando l’assenza di quell’odore che le ricordava l’infanzia. Una specie di madeleine colorata della quale il dottor Pasini si sente giustamente fiero, vista anche l’allegria e la riconoscenza dei clienti che quando lo incontrano prima gli chiedono se si tratta del signor Crystal Ball e dopo lo ringraziano.

UN SOSTEGNO INSUFFICIENTE – Allora a questo punto ci si chiede come mai non si riesca a raccogliere quei 40.000 euro necessari per l’acquisto di una macchina impacchettatrice, condizione necessaria per risollevare il business specie dopo che le banche hanno bloccato la linea di credito? Probabilmente è tutta colpa della visibilità. Pasini ha riconosciuto che senza il traino della televisione tutto è diventato più difficile ma forse sperava di poter ottenere di più dai suoi fan su Facebook, i quali a loro volta hanno contribuito con quello che potevano, anche se non è bastato. Certo, qualcuno potrebbe pensare ad un’esperienza come quella vissuta da Winter Taco, con una pressione incredibile dei social network che hanno spinto l’Algida a riproporre il prodotto. Ma qui non ci sono multinazionali ma solo una piccola azienda che cerca di sopravvivere come può.

«UNA BOLLA DUREVOLE» – Ci si dovrebbe chiedere poi se il prodotto è adatto per i bambini di oggi, già immersi in un mondo di colori e tecnologia e con una diversa fantasia rispetto ai pargoli di trent’anni fa. Ma di questo Pasini non è convinto, anzi. Secondo lui ancora oggi le palle colorate avrebbero più di un qualcosa da dire, solo che manca il mezzo per mettere in collegamento il Crystal Ball con i propri clienti più affezionati, ovvero i bambini. A questo punto si può solo sperare nell’intervento di una persona che decida di aiutare Pasini nella sua ultima scommessa prima che sia troppo tardi. Perché, per dirla con le sue parole, «quest’investimento non è una bolla perché è una bolla resistente e durevole». Ma bisogna fare in fretta prima che possa chiudersi una storia lunga 75 anni con la cessione di brevetti ed impianti ad un compratore terzo ponendo comunque fine ad un sogno che ha accompagnato un’intera generazione. (Photocredit Wikipedia / Photocredit Crystalball / Videocredit Corriere.it / Youtube)