La ministra Trenta si sente offesa dalla castrazione chimica difesa dalla Bongiorno

Categorie: Rassegna stampa

La titolare del dicastero della Difesa ha parlato del "Codice Rosso"

La castrazione chimica è evidentemente il pomo della discordia – oltre al nodo sul revenge porn – che caratterizza il disegno di legge denominato Codice Rosso proposto dal governo per combattere in maniera più risoluta la violenza su donne e minori. La Lega vorrebbe inserire all’interno della norma una pena che inibisca la libido sessuale per gli stupratore, attraverso processi chimici. La castrazione chimica, appunto.



Castrazione chimica, la differenza tra Trenta e Bongiorno

Tuttavia, sulla proposta non c’è convergenza tra le due principali forze di governo, con il Movimento 5 Stelle che sembra pronto a salire sulle barricate relativamente a questo aspetto. Oggi, a inasprire ulteriormente il confronto arrivano le frasi del ministro della Difesa Elisabetta Trenta che attacca a viso aperto un’altra sua collega dell’esecutivo, ovvero il ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno.

La Lega e il M5S si dividono sulla castrazione chimica

«Da donna, le dico che mi sento offesa – ha detto il ministro nel corso di un’intervista al Corriere della Sera -. Si tratta di una presa in giro nei confronti di tutte le donne, perché si stanno cavalcando i loro timori e mi sorprende che il ministro Bongiorno l’abbia sostenuta». Secondo Elisabetta Trenta, infatti, non importa che la castrazione chimica possa essere reversibile: il problema sta nel fatto che questo provvedimento dovrebbe applicarsi anche nei casi in cui è prevista la condizionale. Per il ministro della Difesa, dunque, la castrazione chimica potrebbe applicarsi per il palpeggiamento su un autobus, cosa diversa da uno stupro.



Secondo la Trenta, infatti, bisognerebbe avere certezza della pena e inasprimento della pena stessa per i molestatori e per gli stupratori. Questo sarebbe il vero deterrente e non quello della castrazione chimica. «Mi sorprende – dice Trenta – che Giulia Bongiorno difenda questa proposta: ho stima di lei, ma qui parliamo di una misura che si applica in casi di minore entità per cui è prevista la condizionale, quindi non si colpiscono gli stupratori».

FOTO: ANSA/CLAUDIO PERI