Il caso Huawei, con l’arresto in Canada su richiesta degli Usa di Meng Wanzhou, direttrice finanziaria e figlia del fondatore della compagnia di telecomunicazioni cinese, non poteva non pesare anche sui mercati finanziari. La manager, fermata stamattina dalle autorità canadesi a Vancouver, rischia l’estradizione negli Stati Uniti, dove è in corso un’indagine per accertare se il colosso ha violato le sanzioni all’Iran.
Le borse asiatiche, aggiungendo un nuovo elemento di incertezza allo stop and go nei negoziati commerciali fra Usa e Cina, hanno chiuso in ribasso. Tokyo ha perso l’1,91%. In Cina intanto Shenzhen ha lasciato sul terreno il 2,16% e Shanghai l’1,66%. Hong Kong ha ceduto il 2,96%. Seul l’1,55%. Sidney lo 0,22%. Ma le tensioni sui mercati asiatici hanno conseguenze anche in Europa. Anche le Borse europee infatti hanno aperto in terreno negativo, con Francoforte che in mattinata ha ceduto l’1,7%, Milano l’1,6%, Parigi l’1,47%, Londra l’1,36% e Madrid l’1,2%.
Le preoccupazioni degli investitori sono rilevanti perché l’arresto di Meng Wanzhou è destinato ad aumentare le tensioni tra Stati Uniti e Cina nel campo tecnologico, dopo la recente tregua sui dazi. Venerdì è prevista l’udienza in cui il giudice deciderà se rilasciarla su cauzione. Huawei, noto per essere uno dei più grandi produttori al mondo di smartphone e tablet, è finita nel mirino delle autorità americane per timori legati alla sicurezza: l’acquisto e l’uso di telefonini Huawei è stato espressamente vietato nelle agenzie governative.
Una commento dell’azienda non si è fatto attendere. «Siamo convinti e fiduciosi – ha fatto sapere il colosso cinese – che le autorità canadesi e statunitensi raggiungeranno senza dubbio una conclusione corretta e imparziale. Huawei rispetta tutte le leggi e le regole dei Paesi in cui opera, incluse quelle in materia di controllo delle esportazioni delle Nazioni Unite, degli Stati Uniti e dell’Ue». Huawei ha anche spiegato che «non sono a conoscenza di illeciti» e che «sono state fornite poche informazioni riguardo le accuse».
(Immagine di copertina Zumapress da archivio Ansa. Credit: Omar Marques / SOPA Images via ZUMA Wire)