Il funerale del cashback di Stato

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Dopo la scadenza del 30 giugno, non ci sarà più una nuova corsa al rimborso del 15% sulle spese effettuate con moneta elettronica

Alla fine, il Cashback di stato era stato un volano importante affinché gli italiani potessero scaricare l’app IO della pubblica amministrazione. Uno strumento che era già in funzione da prima, ma che – quando il governo Conte-bis aveva approvato la misura – è stato scoperto da milioni di italiani. Si calcola che, al momento, 11 milioni di italiani abbiano scaricato l’applicazione. E sicuramente un grande impatto lo ha avuto una misura che garantiva ai cittadini un rimborso statale del 10% (con un massimo di 15 euro a transazione) su ogni acquisto effettuato con moneta elettronica. Ma il governo Draghi ha deciso di stoppare una misura che, nel 2021, sarebbe costata in totale alle casse dello stato oltre 1,7 miliardi di euro.



I numeri del cashback

Il 30 giugno c’è la scadenza dell’operazione dei primi sei mesi dell’anno che, a questo punto, diventerà anche l’unica finestra: i risultati sono stati di 7,86 milioni di cittadini con transazioni valide per un totale di 726 milioni di transazioni elaborate, con 5,9 milioni le persone che hanno già raggiunto i requisiti di 50 transazioni per ottenere un rimborso fino a 150 euro.

La misura del cashback non andrà più avanti, sia per le pressioni interne alla maggioranza (critici con il provvedimento soprattutto gli esponenti di Forza Italia, seguiti poi a ruota da quelli di Italia Viva, che pure lo avevano approvato nel precedente governo), sia per le osservazioni fatte dalla Banca Centrale Europea sulla reale portata della misura prevista soprattutto come strumento contro l’evasione fiscale.



Cosa succede ora a chi ha ottenuto le transazioni fino a giugno 2021

Chiaramente, le persone che hanno raggiunto le 50 transazioni minime avranno diritto – nella prima parte del mese di luglio – al rimborso originariamente previsto. Ma sarà inutile, a questo punto, continuare a “collezionare” transazioni, dal momento che il governo ha deciso di sospendere la misura per i restanti sei mesi del 2021. Sarà molto difficile rivedere in futuro una misura del genere.

Il cashback ha avuto sicuramente dei limiti. Da coloro che splittavano in più tranches un pagamento per ottenere più transazioni con cui partecipare alla classifica per il super bonus da 1500 euro (erogato per i 100mila italiani con più operazioni elettroniche), sia per l’incompatibilità di alcuni strumenti di pagamento elettronico con la piattaforma della pubblica amministrazione. Inoltre – come abbiamo dimostrato anche noi – c’è stato il limite di alcuni semplici passaggi di denaro (come le ricariche PostePay) che non configuravano propriamente una spesa e pure davano diritto al rimborso. La misura aveva bisogno di affinamento, ma a un certo punto – con il cambio della guardia a Palazzo Chigi – si è avuta immediatamente la sensazione che si viaggiasse verso un binario morto. Ora, lo stop è ufficiale e definitivo.