Casal Bruciato, ancora tensione con i rom: «Li devono bruciare tutti» | VIDEO

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Il sit in di protesta con alcuni rappresentanti di Casapound

Continuano le tensioni a Casal Bruciato, dove – in un alloggio popolare – una famiglia rom di 14 persone è stata trasferita. Gli abitanti del quartiere di Roma hanno organizzato un sit-in di protesta proprio davanti alla casa dove, in questo momento, la famiglia è barricata, senza la possibilità di uscire e senza poter svolgere le mansioni ordinarie. Tanto che, in queste ore, stanno beneficiando dell’assistenza di alcune associazioni che si occupano di portar loro del cibo e dei beni di prima necessità.



Casal Bruciato, l’odio contro i Rom

Oggi, sempre davanti alla palazzina all’interno della quale si trova l’appartamento assegnato ai rom, alcuni gruppi che si rifanno a Casapound hanno continuato le proteste contro l’assegnazione dell’alloggio, a loro modo di vedere illegittima.



A Casal Bruciato vogliono vedere i rom «impiccati e bruciati»

Sono diversi i giornalisti presenti sul posto, che hanno avuto modo di raccogliere anche le ragioni di chi protesta. In modo particolare, l’agenzia Dire ha evidenziato le parole di una donna che, arrivata a Casal Bruciato per manifestare il proprio dissenso nei confronti dell’assegnazione della casa popolare, ha affermato: «Forse non è chiaro che li voglio vedere tutti impiccati e bruciati».

Un’altra donna ha dichiarato: «Ho dovuto portare mio figlio di 11 anni dallo psicologo – ha raccontato – perché un adulto lo ha minacciato con un coltello per pochi euro. Nel nostro quartiere i rom non ci devono venire».



Sintomo di una indignazione della gente che ha raggiunto livelli di violenza – al momento solo verbale – che mai erano stati così profondi. Il dissenso nei confronti della famiglia rom, insomma, è molto più di una semplice bega di quartiere. Si tratta di un malessere più profondo che viene cavalcato da un certo tipo di politica. E che, attraverso la retorica sovranista, arriva a manifestarsi anche in queste forme di violento razzismo.

FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI