A Casal Bruciato CasaPound se la prende con il giovane Simone di Torre Maura

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Nel quartiere a Nord-Est di Roma monta una nuova protesta contro i nomadi

Come accaduto la scorsa settimana a Torre Maura, oggi alcuni residenti del quartiere romano di Casal Bruciato sono scesi in strada per protestare contro gli alloggi destinati alle famiglie di etnia rom. La mobilitazione è stata guidata anche da CasaPound che, tra i vari cori e striscioni esposti nel corso di questa manifestazione pubblica, se l’è presa anche con il giovane Simone, il 15enne che la scorsa settimana si rese protagonista di una contro-protesta nei confronti dello stesso movimento d’ultradestra nel suo quartiere.



Nel primo pomeriggio, uno degli alloggi di Casal Bruciato destinato a una famiglia rom (secondo la graduatoria di un bando pubblico) è stato occupato da una giovane mamma con il suo bambino. La donna, di venti anni, è entrata nell’abitazione per protestare contro l’amministrazione capitolina rea, secondo lei, di aver preferito concedere quella casa popolare ai nomadi piuttosto che a una famiglia italiana in difficoltà. La sua mossa è stata immediatamente cavalcata da CasaPound che ha allestito un campeggio proprio fuori dall’alloggio occupato per esprimere solidarietà alla giovane donna.

A Casal Bruciato CasaPound se la prende anche con il 15enne di Torre Maura

Tra agli striscioni esposti sul posto troviamo: «Sto con Noemi (la donna che ha occupato l’abitazione, ndr) italiana con bambino piccolo. Noi vogliamo tranquillità. No ai rom che nessuno lo vuole», oppure «Sfrattano i romani per dare casa ai rom: a Simone de Torre Maura questo ‘je sta bene’», facendo riferimento al 15enne che in occasione della protesta contro la presenza di nomadi ad un centro di accoglienza ha replicato ad un esponente di Casapound «che questo fatto di essere contro le minoranze a me non me sta bene».



L’occupazione della giovane madre

La giovane che ha occupato l’alloggio è stata poi intervistata da La Repubblica: «Ho saputo che la casa era vuota e ne ho approfittato. I poliziotti sono entrati, mi hanno detto di uscire, che mi avrebbero tolto il bambino e io per paura sono uscita. Ho vent’anni, non ho mai fatto una cosa del genere», ha spiegato la 20enne Noemi al quotidiano. «Dobbiamo farci giustizia da soli – insiste la giovane madre – Stanno tutti dalla nostra parte».

(foto di copertina: ANSA/CLAUDIO PERI)