I carabinieri fermano un funerale e il prete parla di “Russia Sovietica”

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È accaduto in provincia di Cremona dove i carabinieri hanno interrotto una funzione funebre per violazione del DPCM sulla sicurezza

Succede a Soncino, in provincia di Cremona, ed è solo una delle tante storia di cronaca che affollano questi giorni di lockdown nazionale. Protagonista un parroco di provincia che, in spregio delle direttive sanitarie nazionali, sceglie comunque di celebrare un funerale di una vittima di Covid-19 di fronte a molti fedeli. Una funzione interrotta dai carabinieri per evidente violazione delle direttive del DPCM in materia di emergenza che però ha scatenato immediatamente la dura reazione del prelato, come riportato dal sito LaProvinciadiCremona.it: «E’ rispetto questo? Un carabiniere che interrompe una messa arrivando sull’altare? In una chiesa di 350 metri quadrati con dentro 13 persone di cui 6 che piangono un defunto? Dove siamo, nella Russia sovietica?» avrebbe dichiarato Don Lino Viola che avrebbe poi tirato dritto, portando a conclusione al celebrazione funebre.



Il prelato ha poi aggiunto che che presto scriverà al prefetto per chiarimenti: «Per adesso non pago. Prima scriverò al prefetto perché le modalità usate dai carabinieri sono inaccettabili e si deve sapere. Tra l’altro è già tutto sul web, i fedeli sono scossi».  Dei fatti è stato informato anche il Sindaco il quale avrebbe però dichiarato che Don Viola non sarebbe stato autorizzato a celebrare la funzione funebre. L’ennesima cartolina dolorosa di un lockdown necessario, ma che sta cambiando profondamente le nostre vite.