Al momento c’è ancora una indagine in corso che dovrà accertare quanto stabilito dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano. Ovvero, che la filiale italiana della multinazionale dello sharing – sia per quanto riguarda i trasporti, sia con il suo più recente Uber Eats che riguarda la consegna a domicilio del cibo dei ristoranti – al momento risulta essere commissariata, perché in amministrazione giudiziaria. La causa è stata esplicitata dal Tribunale di Milano che avrebbe ravvisato alcuni elementi che portano a definire ‘caporalato’ quello di Uber Italia nei confronti dei riders.
Le indagini dovranno ancora completarsi nei prossimi giorni e sono allo studio del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano, mentre il coordinamento è affidato al magistrato Paolo Storari. Ma quello che emergerebbe, secondo le prime valutazioni, riguarda soprattutto i comportamenti della multinazionale nei confronti delle persone che consegnano il cibo per il servizio Uber Eats, i cosiddetti riders appunto.
Non è la prima volta che, in Italia, Uber incontra problemi con la giustizia. Tutti ricorderanno, ad esempio, il caso dell’utilizzo della app Uber-black nel settore dei trasporti con conducente e la decisione del giudice nell’aprile 2017 di bloccare la app. Adesso le indagini si stanno concentrando sul servizio delle consegne a domicilio. E sulle centinaia di lavoratori impiegate per lo scopo.