La consigliera di minoranza Barbara Setti (M5S) aveva punto i colleghi della maggioranza, definita «serva piegata a novanta davanti alla regina». Una metafora dove per regina si intende la sindaca Paola Boscani e con «piegata a novanta» si intende il servile gesto d’inchino che i sudditi erano soliti fare nei confronti dei padroni.
Tuttavia, quest’ultima espressione della Setti deve essere stata fraintesa dal consigliere Tiziano Ferrari che, all’ennesima provocazione dell’esponente del Movimento 5 Stelle, si è lasciato andare a una orrenda battuta sessista e oscena: «Tra me e lei – dice il consigliere, ripreso anche in un video pubblicato dal sito di Rolling Stone Italia – per natura a 90° ci si mette più lei che io».
Il tutto, pare, nell’indifferenza generale. È il Corriere del Veneto – oltre agli altri consiglieri di minoranza – a chieder conto agli esponenti della maggioranza delle frasi del collega Ferrari. Nessuno propende per la condanna della frase, anzi abbozzano anche un tentativo di difesa del consigliere della maggioranza: «Conosco la pacatezza di Ferrari – ha detto la sindaca Boscaini, poco solidale con un’altra donna presente in consiglio -. Non voglio giustificarlo, ma se ha fatto questa uscita è perché la misura è colma: ci siamo presi troppe offese in passato, ci hanno chiamato anche mafiosi».
Quella delle battute sessiste in consiglio comunale, purtroppo, sta diventando una odiosa prassi. L’ultimo caso del genere è avvenuto a Bari, dove una consigliera – Irma Melini – era stata definita «troia» in una scheda per il voto segreto. Ora, al campionario si aggiunge anche il comune di 20mila abitanti di Bussolengo.