Perché quella dei coaguli nelle sacche di sangue donato dai vaccinati è una fake news pericolosissima

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La spiegazione tecnica di Gianpietro Briola, che torna anche sulla diffusione della bufala da parte di Enrico Montesano

Tra le fake news più clamorose che Avis si è trovata a dover smentire in questa fase, c’è senz’altro quella di presunti coaguli nel sangue donato da vaccinati. Utilizziamo il termine clamorosa perché ha avuto ampia cassa di risonanza in seguito a un video realizzato dall’attore Enrico Montesano, che è diventato virale soprattutto in gruppi Facebook e chat no-vax. Gli effetti a lungo termine di questa bufala (che risale al mese di giugno 2021), con una leggera variazione sul tema, si fanno sentire ancora in questi giorni, con la notizia di una famiglia che ha rifiutato una trasfusione a un novantenne perché voleva sapere prima se il sangue proveniva da un paziente vaccinato: il timore della famiglia era quello, totalmente infondato, di un fantomatico trasferimento di Rna, oltre a quello degli anticorpi.



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Bufala coaguli sangue vaccinati, la spiegazione di Gianpietro Briola

«La nostra posizione è molto attenta da un punto di vista e preoccupata da un altro punto di vista: c’è in ballo un tema sensibile come quello della salute dei nostri concittadini – ci spiega Gianpietro Briola, presidente di Avis -. Sappiamo benissimo che, se non ci sono sacche di sangue, gli ospedali la mattina non aprono o rimandano gli interventi chirurgici non urgenti. Ogni cosa che venga detta in maniera denigratoria sulla donazione, anche se ci facesse perdere una sola sacca di sangue o anche un solo donatore, metterebbe a rischio la funzionalità del sistema sanitario nazionale».



È un racconto sentito e partecipato, quello del presidente dell’Avis Briola, che ha ricordato gli effetti dannosi di questo clima di sospetto informativo intorno alle donazioni di sangue. Il presidente è tornato nuovamente sulla bufala di cui parlavamo all’inizio, alla cui diffusione aveva contrubuito l’attore Enrico Montesano: «Se oggi una persona è in buona salute e può permettersi di scrivere cretinate su Facebook, domani la stessa persona potrebbe avere necessità di una sacca di sangue e non trovarla. È un tema: avere un dovere oggi per ricevere un diritto domani. Con Enrico Montesano ho voluto essere duro proprio per questo motivo. Non c’era alcun fondamento scientifico su quello che era stato detto. E poi c’è da ricordare che Montesano ha una grande esposizione pubblica, essendo un attore, e le sue parole hanno molto più rilievo rispetto a una chiacchiera privata in un bar».

Non c’è alcun fondamento scientifico nel coagulo del sangue nelle sacche dei vaccinati

Ma perché – lo spieghiamo – quella del sangue dei vaccinati è una fake news? «È una notizia assolutamente infondata dal punto di vista scientifico e pratico – dice Briola a Giornalettismo -: ogni sacca di sangue ha un liquido, un citrato, che evita la coagulazione del sangue, perché altrimenti il sangue non potrebbe essere utilizzato e si coagulerebbe comunque, indipendentemente dal vaccino. Non possiamo trasfondere sangue che abbia anche il minimo dubbio su un microscopico coagulo. Per questo, quella delle sacche con coaguli è, dal punto di vista pratico e scientifico lo si ribadisce, una bufala a tutti gli effetti. Oltretutto, non è stato dimostrato nella maniera più assoluta che il vaccino vada a incidere sulla coagulazione, perché il vaccino non stimola la malattia, ma il sistema immunitario».



Le fake news che si vedono sulla donazione (il timore di prendere una infezione con la donazione di sangue, che con il sangue si possa trasmettere una qualche malattia, quella legata alla donazione di sangue e alla vaccinazione, al ruolo della proteina spike) sono un rischio che si comprende benissimo con la conclusione di Briola: «Chi dice queste scempiaggini, senza riscontri scientifici e senza informarsi prima, si deve assumere la responsabilità di quello che va dicendo. In alcune regioni italiane, penso alla Campania e al Lazio, i talassemici non ricevono due sacche di sangue, ma una e ciò non gli consente di avere una qualità della vita sufficiente. Credo che questo debba essere messo tra le colpe di chi si prende la libertà di fare disinformazione sulle donazioni di sangue: si mette a rischio la qualità della vita e la possibilità stessa di vita di tutti i nostri concittadini».

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