A che punto è arrivato il dibattito politico in Italia? Se un alieno si trovasse a intercettare i tweet e i post su Facebook di alcuni rappresentanti dei vari partiti nostrani non potrebbe far altro che sorprendersi, sorridere e magari chiamare rinforzi per conquistare il nostro Paese. Siamo alla frutta. Anzi, siamo ai padri di Maria Elena Boschi e Alessandro Di Battista. Perché il duello dialettico tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, oramai, riguarda solamente i geni e i profili del dna dei protagonisti.
Da una parte c’è Maria Elena Boschi, deputata del Pd e già Ministro per le Riforme Costituzionali e per i Rapporti con il Parlamento del governo Renzi – poi promossa a Sottosegretario alla presidenza del Consiglio durante l’Era Gentiloni -; dall’altra Alessandro Di Battista, un non politico che, però, parla solo di politica a ogni passo, ogni respiro, ma che ci tiene a ribadire di essere fuori dal gioco e di essere solamente un fervente sostenitore. Bene, fatta questa premessa, ci tocca parlare dei padri dei due protagonisti di questa vicenda.
Da una parte Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena e membro del cda di Banca Etruria dal 2011 al 2015 e vicepresidente dell’Istituto stesso per un breve periodo di tempo; dall’altra Vittorio Di Battista, papà di Alessandro che va in giro vantandosi di non essere un uomo di destra, ma un fascista vero e proprio. Ed ecco che attorno alle due figure paterne si è acceso un dibattito tra i due che non si sono mai stati simpatici, soprattutto con l’ex deputato M5S che ha utilizzato la figura dell’ex ministro del Pd per fare campagna elettorale, prima di scoprire che – mentre lui era in America Latina per la sua nuova vita da reporter – il suo partito ha fatto copia e incolla di quel contestatissimo decreto salva banche per andare in soccorso di Carige.
«Sei la figlia di un banchiere», aveva rinfacciato nei giorni scorsi Alessandro Di Battista su Facebook, rispondendo a un post di Maria Elena Boschi sullo ‘Stato sociale’ di Luigi Di Maio dopo il reddito di cittadinanza. La deputata dem ha deciso di andare avanti in questo scontro social: «Sono molto fiera di non avere un padre fascista. E la correttezza di mio padre – rimarca la deputata dem – è stata riconosciuta nei Tribunali che, a differenza della vostra squallida gogna mediatica, hanno ancora valore in una Repubblica Democratica».
(foto di copertina da: ANSA/ALESSANDRO DI MEO + ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)